PARROCCHIA S. GIOACCHINO
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21
ottobre 2012
86° Giornata Missionaria Mondiale
Adorazione Eucaristica Comunitaria
“Ho creduto, perciò ho parlato”
INTRODUZIONE
C. “Ho
creduto, perciò ho parlato”, che richiama
la seconda lettera ai Corinzi (2 Cor 4,13b), è il tema
scelto in Italia per celebrare l’86ª Giornata Missionaria Mondiale
L’adorazione,
trae spunto dal Messaggio “Chiamati a far risplendere
la Parola di verità” (Lett. ap. Porta fidei, 6) che il
Papa ha scritto scrive in questa occasione.
Primo
momento: LA CONTEMPLAZIONE
1L. “Sono
certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi” (Sal 26, 13)
“L’ansia di annunciare Cristo ci
spinge anche a leggere la storia per scorgervi i problemi, le aspirazioni e le
speranze dell’umanità, che Cristo deve sanare, purificare e riempire
della sua presenza. Il suo Messaggio, infatti, è sempre attuale, si cala nel
cuore stesso della storia ed è capace di dare risposta alle inquietudini più
profonde di ogni uomo (…)
Uno degli ostacoli allo
slancio dell’evangelizzazione è la crisi di fede
non solo del mondo occidentale, ma di gran parte dell’umanità, che pure
ha fame e sete di Dio e deve essere invitata e condotta al pane di vita e
all’acqua viva, come la Samaritana che si reca al pozzo di Giacobbe e
dialoga con Cristo. (…) incontra Gesù che le chiede da bere, ma poi le
parla di un’acqua nuova capace di spegnere la sete per sempre. La donna
all’inizio non capisce, rimane a livello materiale, ma lentamente è
condotta dal Signore a compiere un cammino di fede che la porta a riconoscerlo
come il Messia. E a questo proposito sant’Agostino
afferma: “dopo aver accolto nel cuore Cristo
Signore, che altro avrebbe potuto fare [questa donna] se non abbandonare
l’anfora e correre ad annunziare la buona novella?” ”.
2L. Gesù ci
chiama ad attingere da lui la Sapienza senza fondo per conoscere in profondità
il nostro cuore: siamo invitati a stare con lui nella preghiera,
nell’ascolto e nella contemplazione della sua Parola, a vivere la
“gioia piena della sua presenza”, che ci spinge sulle strade del
mondo ad annunciare la Salvezza.
In
silenzio, contempliamo ora l’Eucaristia, lasciando che la Parola del
Signore ci disponga all’offerta spirituale del nostro cuore.
SILENZIO
INVOCAZIONI
C. Chiediamo al Signore di renderci
consapevoli della sua Presenza e di maturare una fede adulta nutrita alla Mensa
della sua Parola: Rit. Signore, donaci lo sguardo profondo della
fede
Perché la Chiesa sia sempre vicina alle
speranze e alle inquietudini degli uomini;
Perché i missionari del tuo Vangelo siano sostenuti dal Pane
del Cielo;
Perché tutti i popoli possano conoscerTi;
Perché riconosciamo il dono prezioso della fede;
Secondo
momento: LA VOCAZIONE
1L. “Considerate,
fratelli, la vostra vocazione” (1 Cor
1, 26a)
“L’incontro
con Cristo come Persona viva che colma la sete del cuore non può che portare al
desiderio di condividere con altri la gioia di questa presenza e di farlo
conoscere perché tutti la possano sperimentare (…) La preoccupazione di
evangelizzare non deve mai rimanere ai margini dell’attività ecclesiale e
della vita personale del cristiano, ma caratterizzarla fortemente, nella
consapevolezza di essere destinatari e, al tempo
stesso, missionari del Vangelo. Il punto centrale dell’annuncio rimane
sempre lo stesso: il Kerigma
(parola greca che significa appunto “annuncio”, n.d.r.)
del Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, il Kerigma dell’amore di
Dio assoluto e totale per ogni uomo ed ogni donna, culminato nell’invio
del Figlio eterno e unigenito, il Signore Gesù, il
quale non disdegnò di assumere la povertà della nostra natura umana, amandola e
riscattandola, per mezzo dell’offerta di sé sulla croce, dal peccato e
dalla morte”.
2L. Per riportarci nell’Amore del
Padre, Gesù non ha rifiutato di morire. E’ Il prezzo pagato per ricrearci
come “uomini nuovi”. Un fatto che con cuore
sincero ognuno può riconoscere, da annunciare ogni giorno con la propria vita.
Un dono ricevuto che sentiamo di dover condividere con gli altri, nella gioia.
In
silenzio, contempliamo ora l’Eucaristia, riflettendo sulle possibilità
che la nostra vocazione specifica ci offre per essere
missionari nella vita quotidiana.
SILENZIO
INVOCAZIONI
C. A Gesù Eucaristia, Parola vivente del
Padre, eleviamo la nostra preghiera: Rit: Fa’
che riconosciamo sempre la tua voce
Signore, che chiami gli
uomini ad essere tuoi figli
Signore, che illumini il mondo con la luce del tuo Spirito;
Signore, che ci rendi servi umili nella Vigna dell’amore
Signore, che riversi nei cuori la gioia del tuo Spirito;
Signore, che nel battesimo ci santifichi e ci invii;
Terzo momento: LA
RESPONSABILITA’
1L. “Non è infatti per
me un vanto predicare il vangelo; è un dovere” (1
Cor 9, 16a)
“Nell’indire
l’Anno della fede, ho scritto che Cristo “oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo
Vangelo a tutti i popoli della terra” (Lett. ap. Porta fidei, 7);
proclamazione che, come si esprimeva anche il Servo di Dio Paolo VI nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, “non è per la
Chiesa un contributo facoltativo: è il dovere che le incombe per mandato del Signore Gesù, affinché gli uomini possano credere ed essere
salvati. Sì, questo messaggio è necessario. È unico. È insostituibile” (n.
5). Abbiamo bisogno quindi di riprendere lo stesso slancio apostolico delle
prime comunità cristiane, che, piccole e indifese, furono
capaci, con l’annuncio e la testimonianza, di diffondere il Vangelo in
tutto il mondo allora conosciuto. Non meraviglia quindi che il Concilio Vaticano II e il successivo Magistero della
Chiesa insistano in modo speciale sul mandato missionario che Cristo ha
affidato ai suoi discepoli e che deve essere impegno dell’intero Popolo
di Dio, Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose,
laici.(…)
Il mandato di predicare
il Vangelo (…) deve coinvolgere tutta l’attività della Chiesa
particolare, tutti i suoi settori, in breve, tutto il suo essere e il suo
operare. (…) Anche oggi la missione ad gentes deve essere il costante
orizzonte e il paradigma di ogni attività ecclesiale, perché l’identità
stessa della Chiesa è costituita dalla fede nel Mistero di Dio, che si è
rivelato in Cristo per portarci la salvezza, e dalla missione di testimoniarlo
e annunciarlo al mondo, fino al suo ritorno”.
2L. Il nostro cuore è chiamato ad
orizzonti infiniti. Cristo ci invia, lo Spirito ci
sostiene nell’annunciare il suo amore sulle strade del mondo, per
portarlo a tutti con la fede e la testimonianza credibile nel Signore. Una
responsabilità che è una grazia santificante da condividere.
In
silenzio, contempliamo ora l’Eucaristia, chiedendo al Signore di
rafforzarci nella fede per annunciare il suo Vangelo nel mondo.
SILENZIO
INVOCAZIONI
C. La responsabilità dell’annuncio
missionario non nasce dal timore, ma dalla profonda gioia per l’Amore di
Dio che ci rende partecipi del suo progetto di Salvezza per il mondo intero: Rit:
Rendici degni testimoni della fede
Dio, Padre della vita;
Cristo, immagine vivente del Padre;
Spirito d’Amore che consoli i cuori;
Tu che doni la Salvezza a tutti i popoli;
Tu che doni la vera libertà del cuore;
Tu che continui a “spezzarti” nell’impegno generoso dei tuoi missionari;
Tu che non abbandoni mai la tua Chiesa;
Quarto momento IL RINGRAZIAMENTO
1L. “Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito.
Perché sei stato la mia salvezza” (Sal 117, 21)
“La
fede in Dio, in questo disegno di amore realizzato in
Cristo, è anzitutto un dono e un mistero da accogliere nel cuore e nella vita e
di cui ringraziare sempre il Signore. Ma la fede è un dono che ci è dato perché sia condiviso; è un talento ricevuto perché
porti frutto; è una luce che non deve rimanere nascosta, ma illuminare tutta la
casa. E’ il dono più importante che ci è stato
fatto nella nostra esistenza e che non possiamo tenere per noi stessi”.
2L. Il modo
migliore per essere grati al Signore è lasciare che attraverso di noi il dono
della fede venga condiviso, si faccia grande,
mostrando tutta la sua bellezza. Il mondo ha bisogno di questa luce, per
ritornare a cantare nella gioia.
In
silenzio, contempliamo ora l’Eucaristia, a cui rivolgiamo interiormente i
nostri sentimenti di riconoscenza per tutto ciò che ci ha concesso fino ad
oggi.
SILENZIO
INVOCAZIONI
C. Esprimiamo la nostra infinita gratitudine
al Signore, per il dono della vita e del Memoriale della Sua Pasqua che ha
lasciato alla sua Chiesa: Rit: Noi ti
lodiamo e ti ringraziamo Signore
Per l’offerta del tuo Corpo e del tuo Sangue
Per la vita di ogni giorno;
Per il dono della fede;
Per il tuo esserci sempre
accanto;
Per la speranza che
infondi nei nostri cuori;
Per lo Spirito Santo che
infondi;
Per la missione che
affidi a ciascuno;
C. Padre
nostro……………
C. Dio della libertà,
che non cessi di uscire da te per donarti
all’Altro,
contagiaci la libertà di amare,
perché nella sequela di Gesù di Nazaret,
Figlio tuo e Signore nostro,
abbiamo il coraggio di rischiare la vita per la libertà,
sostenuti nella nostra debolezza e paura
dallo Spirito Santo.
Donaci, Signore Gesù,
di essere come te liberi da pregiudizi e dalle paure,
liberi nell’amore, impegnati per la verità
e la giustizia del Regno,
tanto da null’altro cercare che la fedeltà al Padre,
pronti a pagare di persona il prezzo della libertà.
Fa’ che non siamo mai, o Signore,
uomini di ordine, né rivoluzionari politici,
né asceti puritani, né creature incapaci di deserto,
ma uomini liberi da se stessi, dalle cose,
dagli altri,
nell’infinita confidenza dell’amore del Padre,
nel rischio generoso dell’amore per gli uomini.
Spirito Santo della libertà,
sii tu a contagiarci la libertà del cuore,
la festa e la pace di un’esistenza riconciliata,
accolta in dono da te, spesa nel servizio fedele
specialmente di chi non conosce la libertà.
Liberi dalla prigionia del presente,
accoglieremo così in noi e
nella storia degli uomini, nostri compagni di viaggio,
il Regno veniente della libertà. Amen.
Bruno Forte