PASQUA, DONO DI SALVEZZA

di don Carlo Govoni

"CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO" (Mc 1,15)

Quante volte dall'inizio della Quaresima abbiamo letto o sentito questa frase, ma quale è stata la risposta personale data a questo invito?

C'è un detto: "Certe affermazioni lasciano il tempo che trovano!", ma non è il caso di applicarlo al Vangelo, piuttosto credo che molte persone odano senza ascoltare oppure considerino queste parole come facenti parte di un vecchio linguaggio da preti. Invece sono parole nuove e sempre attuali perché le ha dette Cristo!

Davanti a questo sopore di molte coscienze non ci si può stupire se le posizioni interiori di tanti restano immutate, perché l'uso sconsiderato della libertà umana, zittisce la voce dello Spirito Santo opponendo i suoi 'no' per mere convenienze immediate, materiali e incerte, a scapito di una convenienza certa ed eterna: la grazia della salvezza.

Tanto per non staccarmi dalle linee pastorali, che costituiscono poi il bacino delle mie esperienze, penso a quante volte ho insistito perchè ci si accosti con più frequenza all'Eucaristia cercando di superare i piccoli ostacoli che costituiscono impedimento.

Quante volte ho raccomandato o consigliato (seza dare ordini: dio me ne guardi!) di ricevere frequentemente il sacramento della Penitenza.

Quante volte ho cercato di spiegare l'utilità della direzione spirituale per favorire, vincendo i propri difetti, la presenza di dio nella propria vita e il conseguimento di un grado sempre maggiore di santità.

Qualche volta ho cercato anche di fare capire quanto sia bello e anche utile tentare di vivere ispirandosi ai consigli evangelici per educare se stessi a vivere liberi dal giogo e dalla schiavitù delle cose passeggere della terra.

Tutti questi tentativi scaturiscono da quel chiaro invito di Gesù: "Convertitevi e credete al Vangelo!", come da quell'invito scaturiscono tutti i documenti della Chiesa, il magistero dei Vescovi e del Papa.

Oggettivamente però, bisogna riconoscere che tutti gli sforzi per indirizzare la comunità dei credenti ad una maggiore coerenza e i non credenti ad un ripensamento della loro posizione, restano in gran parte disattesi a causa dell'incomprensione, della pigrizia, dell'eccessivo attaccamento ai beni materiali e soprattutto a causa della mentalità edonistica del benessere diffusa oggi in tutti gli strati sociali.

Questi ideali, che rispondono ad un altro invito di Gesù: "Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste." (Mt 5,48) un tempo erano più accettati e vissuti nelle famiglie, dai giovani, dalle donne e anche dagli uomini. E proprio con il crescere del benessere si è formato un maggior distacco, quasi che il progresso non possa far posto a Dio. Certo gli ideali rimangono ancora e sono intatti, ma non sono più vissuti come esperienza generazionale, bensì come sporadiche testimonianze individuali, segno che tanti credono di vivere bene (!?) anche fuori dalla luce di Dio o dalle sue proposte di salvezza.

Probabilmente questo è accaduto perché molta parte della società laica ha accettato le proposte mondane diffuse capillarmente per tanti anni ad ogni livello per le quali l'unico impegno che doveva essere portato avanti era quello di costituire il paradiso qui in terra, mentre le proposte di Dio, insegnate dalla fede, conducono ad un Paradiso dal quale (a detta degli scettici) nessuno è mai ritornato per confermarne l'esistenza e far sapere come si sta! Eppure, anche del Paradiso ne ha parlato Gesù, e Lui non mente di certo. Anche al ladrone pentito ha promesso: "Oggi sarai con me nel Paradiso!"(Lc 23,43)

Occorre recuperare il terreno perduto, rieducando la sensibilità umana, distrutta in parte dal materialismo, ai valori dello spirito riproponendo la centralità di Dio nella storia e nella coscienza di ciascuno.

Bisogna convincere tutti (e in particolare le nuove generazioni speranza del futuro) che il potere, il danaro, il sesso, la droga non potranno mai essere fondamento della vera gioia, perché la vera gioia, che nasce dallo spirito, non avrà mai origine dalle cose materiali che producono solo effimere illusioni di felicità.

"Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (Lc 9,24-25)

Ecco dunque ancora l'opportunità delle parole di Gesù, ripetute instancabilmente dalla Chiesa: "Convertitevi e credete al Vangelo!"

Cambiate le vostre idee, cambiate i vostri ideali, per non correre il rischio di costruire la propria vita sulla sabbia anziché sulla roccia!

Convertirsi significa collocarsi fuori da quel mondo nel quale viviamo e che solo apparentemente sembra l'unico trionfatore.

La verità storica è ben diversa, solo Cristo è il vincitore e il mondo, nonostante le apparenze è un perenne sconfitto, non bisogna farsi ingannare: "Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33).

È necessario aderire saldamente a Cristo, che è la Verità e il vero vincitore. Distaccandosi dalle proposte del Maligno e aderendo agli insegnamenti della Chiesa si compie la vera 'metànoia', cioè il cambio di mentalità indispensabile per fare parte del Regno dei redenti.

Facciamo "piazza pulita" di tutte le riserve, delle tante incertezze ed esitazioni che sono dentro di noi e che ci impediscono di appartenere totalmente a Cristo!

Carissimi giovani, nel 2000 il Santo Padre si appellò alla vostra generosità; ricordando le sue parole vi invito a non disattenderle e a darne una testimonianza abbandonando ogni compromesso con le idee, fossero anche quelle dei migliori amici, che non sono di Cristo!

"Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio! Siate contemplativi ed amanti della preghiera; coerenti con la vostra fede e generosi nel servizio ai fratelli, membra attive della Chiesa ed artefici di pace. Per realizzare questo impegnativo progetto di vita, rimanete nell'ascolto della sua Parola, attingete vigore dai Sacramenti, specialmente dall'Eucarestia e dalla Penitenza. Il Signore vi vuole apostoli intrepidi del suo Vangelo e costruttori di una nuova umanità." (Giovanni Paolo II)

Cari, giovani e cari parrocchiani tutti, abbiate il coraggio di fare questa scelta controcorrente, perché è l'unica che vale la pena di percorrere, anche se costa sacrificio!

Ancora una volta passa il treno della conversione, che cosa aspettate a salirvi?

"Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate." (Lc 12,34 -38;40)

Fratelli carissimi, Cristo Risorto illumini le coscienze di tutti gli uomini. Vi ricordo nel Signore, pregando che sappiate accogliere questo dono di salvezza e vi auguro una Buona Santa Pasqua!