Carissimi Parrocchiani
di don Carlo Covoni
Nell'articolo di Novembre ho presentato il primo Idolo, il super IO (o mega IO) perché ho ritenuto fosse il più diffuso fra i traguardi che molti vorrebbero conseguire e che altri, spero non moltissimi, hanno raggiunto. Lintenzione è stata quella di far capire quanto, certi modi di valutare la vita, benché inizialmente sembrino assurdità, in realtà affascinino tanto l'uomo da renderlo schiavo, fino a produrre ferite irreparabili nellambiente sociale nel quale queste idee si instaurano e dominano.
Accanto a questo idolo, che ho ora richiamato, ne esiste un altro che in quanto a importanza e a danni non si potrà mai appurare se ne abbia procurati di più o di meno del primo: "IL POTERE".
Questo bollettino esce nel mese in cui la Comunità cristiana ricorda la nascita di Gesù nella stalla di Betlemme.
I credenti, ma penso, anche coloro che non praticano assiduamente la fede, vivono questo giorno, con gioia e serenità, perché è una tradizione, che ha impresso nel cuore di tutti, fin dall'infanzia, profondi sentimenti di tenerezza e di dolcezza che non si possono dimenticare, nonostante il sovrapporsi dei tanti eventi tristi e lieti della vita.
Riflettiamo: questa nascita è unica nel suo genere, poiché si tratta del Figlio di Dio, che ha assunto la nostra umanità per redimerci dal peccato commesso da Adamo ed Eva; peccato maturato per aver ascoltato linvito tentatore di Satana: mangiare quel frutto per ottenere un super - ego e collocarsi così su un piano di parità con Dio "conoscendo il bene e il male." (Cfr. Gen 3,5)
Strano ma vero, Gesù nascendo come uomo, è entrato nel mondo, e l'umanità tutta che avrebbe dovuto fare festa al grande Liberatore, a causa dell'esercizio del POTERE di quel momento, gli ha, al contrario, creato difficoltà e addirittura pericoli di morte.
Il potere imperiale, obbligando i sudditi a farsi censire nel paese di origine, costringe Giuseppe e Maria ad affrontare un lungo e difficoltoso cammino, nonostante questultima fosse in avanzato stato gravidanza.
Anche il potere economico, rappresentato dall'albergatore, non li accoglie e nega loro il riparo che avrebbe permesso a Gesù di nascere in riservatezza e tranquillità.
Il potere politico raggiunge il massimo dell'iniquità, prima con Erode, che lo fa cercare per ucciderlo, poi, più tardi, con Ponzio Pilato che, pur essendo certo della sua innocenza, lo consegnerà nelle mani dell'odio perché venga crocifisso.
Spero che nel duemila tre non succeda altrettanto!
Tuttavia, confesso l'imbarazzo: così come stanno le cose oggi, non saprei da che parte orientarmi per trovare chi lo accolga in modo decente; infatti se cerco tra tutti i coloro che partecipano alla messa di mezzanotte (i quali forse all'uscita commenteranno con un po demozione "che bella messa!", continuando però a scaldare nella loro anima quei peccati che da tempo attendono di essere cancellati dalla confessione) penso: che razza di accoglienza gli hanno offerto?
E certamente non gli offriranno miglior accoglienza i moderni Erode, che avversano la presenza del Crocefisso nel locali di attività civile e che forse, anche nella loro casa hanno, già da tempo giustiziato la sua esposizione e lo hanno sfrattato per far posto a qualche immagine un po meno . sacra!
La risposta immediata dei molti appartenenti alla mentalità laicista sostenitori di un libertarismo esibito e sostenuto a oltranza, sarà: "In casa propria ognuno può fare quello che vuole ". Non contesto l'uso che ognuno può fare della libertà nella propria casa, manifesto solo perplessità ad affermare che l'Italia vivendo con un atteggiamento così spregiudicato possa essere chiamata un paese cattolico!
Si tratta pur sempre di Potere!
Dopo queste riflessioni sull'accoglienza riservata a Gesù dal mondo antico e, per altri motivi, anche da quello moderno, continuo lo sviluppo del tema scelto:
"IL POTERE"
Come il lievito fermenta tutta la pasta e la gonfia, così nell'individuo il potere crea una forte spinta verso l'emersione, non per ottenere una gratificazione (come invece avviene nel super-ego per sentirsi al di sopra degli altri), ma per esercitare un dominio sugli altri, cosa che è meno appariscente, ma che, ugualmente produce danni incalcolabili per l'estensione che ha il fenomeno, diffondendosi orizzontalmente.
Quando poi, questo potere si eleva incontrastato all'ennesima potenza, viene bollato con una frase che esprime tutta la sua identità e più ancora il suo aspetto malefico: "ORGIA DEL POTERE".
Ciò significa che, principalmente, e per sua natura, il potere tende sempre ad espandersi e a coinvolgere e, se si presenta l'occasione, addirittura a travolgere.
Infatti la regola più marcata nel potere e più praticata da colui che lo detiene, è questa: "non tollerare i concorrenti". Perciò, quando può, fa piazza pulita degli avversari, perché attorno desidera solo consensi e non tollera la critica e il dissenso.
Tutto questo accade e, la storia lo conferma, con una forte accentuazione nel rango dei capi di stato, perché essi, per la loro funzione, già esercitano un potere che però, se non è regolato saldamente da leggi giuste e da un certo equilibrio dapplicazione, travalica facilmente.
Purtroppo il potere, sia che si eserciti su vasta scala o in un regime molto più ridotto è sempre costituito e guidato dalle stesse regole e lunica differenza sta nei danni che produce: pochi se il potere è piccolo e tanti se il potere è grande.
Cioè il potere ha dei canoni che ripete immancabilmente a tutti i livelli nel suo applicarsi ed evolversi.
Altra caratteristica perversa
Nella storia vediamo che Il POTERE viene esercitato principalmente contro la resistenza incontrata negli altri, quasi sempre solo per un predominio di sé e purtroppo in sostituzione del bene comune, in favore del quale dovrebbe essere impegnato!
Risulta evidentissimo che quando il potere viene esercitato in questi modi, anche se in un ambito ristretto, si può parlare di "ORGIA DEL POTERE"
Questa qualifica dipende solo da come viene esercitato, nonché dalla sua forza e dalla sua estensione
Altra caratteristica perversa
Chi è riuscito a scalare la vetta del POTERE, specialmente se è partito dal nulla o da una povertà quasi assoluta, è facile che abbia dentro un senso di viscerale rancore contro tutti, invece di starsene tranquillo a godere in pace, quello che ha ottenuto.
Un altro interrogativo che non potrà mai essere sciolto è conoscere con sicurezza, se le lotte affrontate per attuare le rivoluzioni, siano state animate da qualche parvenza di amore per una giusta emancipazione o solo da odio verso gli oppressori, tali, o ritenuti tali.
Rischio
Spesso accade, che raggiunto il potere, chi è arrivato, rimanga minato interiormente dall'invidia e, per questo motivo, invece di sapersi saggiamente moderare, continui a combattere e a opprimere gli altri per salire sempre più in alto.
Qualche interrogativo
Quanti movimenti rivoluzionari sorti lungo il corso della storia, sono nati per una giusta causa o per l'affermazione o l'esaltazione di una categoria?
Viene spontanea la domanda, anche se essa può sembrare il classico sasso in piccionaia, per esempio: perché è sorto il movimento femminista?
Per la cosiddetta "emancipazione della donna", sarebbe cosa buona ricordare che un detto antico recitava: "L'Amore o trova due persone fra loro simili o le rende simili "
Era proprio necessario portare avanti un impegno, con tanta dedizione, come se si trattasse di salvare dalla sicura rovina l'intera umanità, quando Gesù aveva già proposto una regola di vita infallibile quanto semplice: " Amare il prossimo come se stessi? ".
Probabilmente, pur con questa chiarezza millenaria davanti agli occhi, forse molti non hanno mai saputo e ancora oggi continuano a non sapere, nonostante la presunzione di essere addirittura degli esperti, che cosa si deve fare per amare!
Quante persone scambiano la capacità di amare con il potere, cioè credono di amare, per quel tanto che possiedono la persona amata, come se si trattasse di una personale riserva di caccia?
Questo incontrastato dominio, più che amore genera tutt'altro: una gelosia spaventosa e implacabile fino a sopprimere talvolta le più elementari e genuine espressioni della libertà individuale.
? bene notare che scambiare il totale possesso di una persona per amore appassionato è delirio!
Inoltre, da molti, con un linguaggio diventato corrente si afferma: "Amare è provare un sentimento, più o meno travolgente, verso qualche persona".
? opportuno non dimenticare che i sentimenti sono tipicamente espressioni di un momento e sono mutevoli come le nubi che solcano il cielo sospinte da venti ora impetuosi, ora lenti, perciò instabili; così i sentimenti, dai più delicati ai più intensi, vanno e vengono senza continuità e stabilità.
Solo la più alta dote presente nell'uomo, l'intelligenza, può creare capacità di amare e, quale sorgente pura, erogare come energia salutare, continuità e stabilità.
Senza dubbio la capacità di amare è un potere e qual nobile potere! Ma quanto è difficile viverla, mantenendola fuori e distante dalle regole corrosive del Potere!
Una risposta ad alcuni comuni interrogativi
Nelle famiglie esiste qualche ambito nel quale può entrare il potere?
Se si riflette con logica sull'essenza dell'amore e su ciò che è necessario fare per amare in modo serio e autentico, appare con evidenza che in famiglia non c'è assolutamente spazio per il potere, infatti: amare è donare! non dominare.
? vero che un rapporto può avere la dominante dell'amore?
Ciò è meravigliosamente vero, ma è una dominante benefica che per sua natura rifugge da ogni prevaricazione, come il colore intenso di una rosa, il suo penetrante profumo e i suoi petali che sembrano tessuti di finissima seta, la fanno prevalere senza creare sudditanza negli altri fiori.
Nella coppia ogni tipo di potere, anche tenue, deve essere decisamente defenestrato, perché è in netta opposizione all'amore che essendo "DONO" favorisce un continuo interscambio che fluisce dall'uno all'altro coniuge, sul filo d'oro dell'amore
L'uomo dona tutto se stesso e la donna risponde ricambiando con il dono totale di se stessa.
Ecco la radice dell'interscambio che parifica diritti e doveri!
Un'altra esclusione
Anche nell'educazione dei figli è ottima l'attenzione di non far mai comparire nemmeno l'ombra del potere!
Se è bene che il rapporto di coppia sia sgombro da ogni benché minimo influsso del potere, tanto più deve esserlo "il pianeta educazione".
Se ogni attività del coniuge in seno alla famiglia, è servizio, tanto più lo diventa nell'educazione, poiché il genitore ha come compito primario il dovere di chiamare alla vita il figlio e il figlio ha il sacrosanto diritto di essere cresciuto ed educato.
Spesso i genitori per mala informazione o deformazione personale ritengono che il dovere di educare, quasi automaticamente, produca "potere" sul figlio.
Si può affermare apertamente che la presenza e l'esercizio del potere nell'educazione è contro ogni regola di pedagogia. Infatti il potere se è usato come forza per ottenere diventa un macigno che tende a schiacciare, più che a nutrire e ad elevare.
L'educazione è formazione di convinzioni che devono entrare dolcemente nella persona che viene educata, per divenire, poi, patrimonio motore nella sua evoluzione verso la maturità, ma se il potere, usato impropriamente, rende leducazione imposizione, pur senza volontà malefica, crea piuttosto disappunto e, qualche volta, rabbia e ribellione.
Conclusione:
Nonostante la tentazione di cercare il potere per essere sicuri in qualche modo di affermare se stessi, è sempre ottima la scelta di ricacciare il fascino di questa ingannevole tentazione per dedicarsi unicamente al servizio, ricordando che nella Lumen Gentium sta scritto
:
"Questo potere (regale) egli (Cristo) l'ha comunicato ai discepoli, perché anch'essi siano costituiti nella libertà regale e servendo a Cristo anche negli altri, con umiltà e pazienza conducano i loro fratelli al Re, servire al quale è regnare* (Lumen gentium, 36).
Chi alla sera, facendo l'esame di coscienza, può riscontrare che durante la giornata trascorsa, non ha esercitato il potere, ma ha cercato di servire in ogni momento i fratelli, prova quella grande gioia e quella grande pace, che solo il servizio disinteressato può dare.
Esito sommamente positivo:il servizio arricchisce la vita!
A tutti, credenti o meno, auguro con animo sincero:
BUON NATALE
*Presa da una preghiera liturgica per lordinazione dei diaconi: Deus, cui servire regnare est.