COLLOQUI SULLA MESSA

di Giacomo Lercaro

LITURGIA DELLA PAROLA

La Chiesa, che aveva ricevuto dagli Apostoli la Parola di Dio scritta nei libri santi per comunicarla cosi agli uomini come Parola di vita e di vita eterna, dovette però preoccuparsi ben tosto che quel

divino tesoro non fosse in qualche modo violato; il tentativo veniva dai movimenti ereticali che, previsti già da San Paolo, attentarono fin dal principio alla vera fede trasmessa dagli Apostoli. Non mancarono infatti eretici che sciupavano con interpolazioni o con soppressioni arbitrarie i testi sacri; come fece, ad esempio, quel Marcione, che Tertulliano chiamava il "Topo del Ponto" (donde era nativo) perchè, come il topo, corrodeva gli Evangeli, sopprimendo quello che era in contrasto al suo insegnamento ereticale.

Ma vi furono altri, spesso eretici, talora invece fedeli imprudenti, che composero libri apocrifi, libri cioè, modellati su quelli della Bibbia e intestati falsamente a uomini insigni dell’Antico o del Nuovo Testamento: immaginarsi die uscì un Apocalisse che portava come autore Adamo

La Chiesa vigilò e compilò l’elenco o, come si chiamò, il Canone delle Scritture riconosciute veramente sacre e ispirate da Dio, delle quali quindi veniva data lettura nell’assemblea dei fedeli.

Il Canone dei libri sacri ammessi alla lettura liturgica a Roma verso il 150 – l’epoca di san Giustino - è stato riscoperto e pubblicato da Ludovico Antonio Muratori e si usa chiamare perciò Canone Muratoriano.

Il fedele, che alla domenica si riunisce con i fratelli per la Santa Assemblea, deve dunque essere ben lieto di partecipare a questo lauto banchetto della Parola del Signore; egli sa che quella divina Parola, custodita dalla Chiesa e da questa trasmessagli con autorità, non sarà ascoltata e meditata invano: come i due discepoli di Emmaus potrà constatare che il cuore gli arde in petto, mentre l’orecchio ascolta lo Spirito che parla attraverso la Legge, I Profeti, i Santi e gli altri scritti... (cf. At 24,32).