LA VOCE DEL VESCOVO

di Maria Carla Papi

QUANDO VERRANNO I GIORNI IGNOTI...

Quando questo bollettino uscirà, staremo già vivendo i giorni nuovi del nuovo Anno. Giorni che, come ad ogni Capodanno, tutti speriamo siano forieri di accadimenti gioiosi, di ore di pace, di attimi di intimità tranquilla sia nella vita personale che in quella generale del mondo. Angosce diverse turbano i popoli che abitano nelle più diverse zone della Terra. Angosce diverse, più o meno cocenti, turbano gli animi di molte famiglie, di tante persone.

Certo non ci si preoccupa mai di sapere come ci comporteremo quando e se ci accadrà qualcosa di bello e buono: tutti - credo - siamo sempre pronti ad accogliere in felicità e in serenità (anche Se non sempre ne siamo coscienti - quando c’è- e non sempre ne siamo riconoscenti al Signore.!). E’ però giusto e umano chiedersi come si affronteranno i giorni ignoti. L’ignoto fa paura, non per il buono che potrebbe portare, ma per il male, per il dolore, per gli improvvisi sconvolgimenti che - piccoli o grandi - turbano la pace quotidiana. Nell’omelia del Santo Natale, il Cardinale Biffi ci ricordava che Die era venuto ad abitare in mezzo a noi . "Venuto ad abitare... è il linguaggio dei nostri traslochi dei nostri trasferimenti" - e sottolinea - questa forma espressiva evoca l’indole centrale del cosmo e della storia: la verità dell’Incarnazione.

"Il Verbo si fece carne... e l’infinita ricchezza che si immiserisce" è l’infinità divina che assume le sembianze di un bambino. Umiliò se stesso: dice S. Paolo. "È il prodigio grandioso e povero del Natale: realtà sublime dell’Unigenito del padre che diventa uno di noi. Il Natale - continua Biffi – s’impone anche ai più superficiali e distratti. Dio che è il lontanissimo e diversissimo si è fatto nostro prossimo, nostro vicino di casa nostro compagno di viaggio".

Questo divino trasloco, dunque, avviene per Amore verso di noi, non per capriccio o comodità di colui che lo compie. Dal suo regno divino di luce, Dio viene in mezzo alle tenebre delle sofferenze umane; dal suo trono celeste Egli discende in un’umile grotta e dice: "Ecco, io vengo, ma anche voi venite" (Biffi, Natale 2001).

Come Isaia spesso nell’anima noi gridiamo a Dio: o se Tu squarciassi i cieli e scendessi! "E’ questo un sospiro senza speranza, un desiderio folle che viene esaudito nella notte di Betlemme". Da quel momento - sostiene Biffi - "tutto è cambiato per la sventurata stirpe di Adamo" e gli uomini se ne sono accorti, tanto che non rinunciano a festeggiare il Natale, moltiplicando le feste e lo splendore delle luci anche se talvolta ne dimentichiamo la causa.

I cieli si sono squarciati, l'Emmanuele è giunto: Dio è fra noi, anzi, è uno di noi…eppure "Venne dalla sua gente ma suoi non l’hanno accolto... si è fatto prossimo, ma una prossimità che noi non abbiamo gradito molto. È un vicino di casa che sembra infastidire".

Siamo esseri strani e contraddittori: dopo averLo invocato, nell’ora della disperazione, quando l’abbiamo accanto, Lo evitiamo: "pare - constata Biffi - che Si preferisca restare soli e desolati sul cammino della vita, anzichè in sua compagnia. Non sono in molti a negare esplicitamente Dio, perchè se c’è qualche difficoltà a dimostrarne l’esistenza, è ancora più difficile ipotizzare ragionevolmente che non ci sia nessuno all’origine delle cose". Non sono in molti a negare Dio, ma - rileva il Cardinale - molti, anche fra i credenti, preferiscono la sua latitanza, forse perchè disturba meno o forse per essere più padroni di se stessi.

"Sarà bene - consiglia Biffi - che ci convinciamo che Dio non è un intruso e che estrometterlo non significa estromettere il significato stesso del nostro esistere...Tutte le cose in lui sussistono: se lo si rimuove il mondo rovina." Verranno giorni ignoti: come faremo a viverli ora per ora, se saranno vuoti della Sua presenza consolante? Le rovine di Gerusalemme rappresentano le rovine dell’umanità, "assomigliano queste nostre rovine alla società in cui viviamo, che non distingue più il bene dal male e non riesce nemmeno più ad educare i suoi figli; che esalta più la notizia della verità, che è comprensiva con i prepotenti ed è impietosa con chi non sa gridare, difendersi..."

Tutte queste macerie però non devono avvilirci - continua Biffi - ma devono rinvigorire la nostra fiducia, perchè Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi. Per questo il Profeta dice: "Prorompete in canti di gioia, rovine di Gerusalemme!".

LA MADRE DI DIO CI TERRÀ PER MANO

Verranno giorni ignoti, ma "per sostenerci sulle difficili strade della piena liberazione della schiavitù di Satana e dalle sue seduzioni, l’Immacolata ci accompagna sorreggendoci con la sua intercessione e la sua assistenza." (Biffi 8/12/2002)

Verranno giorni ignoti, ma "quando i pensieri e i propositi mondani tenteranno di annebbiare la nostra ragione e di oscurare ai nostri occhi lo splendore e la forza della verità divina" sarà Maria, "colei che come sta scritto "è beata perchè ha creduto" (Lc 1,45)" a corroborare "la nostra gracile libertà interiore".

Verranno giorni ignoti, ma "quando lo scoraggiamento insidierà la monotonia delle nostre giornate e vorrà presentarci come norma suprema e unica il fascino dei piaceri e degli agi, ricordiamoci di Maria che ai piedi della croce si associava con animo aperto alla sofferenza del sacrificio di Cristo e si faceva così partecipe della sua donazione per la salvezza di tutti gli uomini."

Verranno giorni ignoti, ma "quando saremo disorientati, in mezzo alla grande confusione dei pareri e delle proposte esistenziali, fino a non sapere più a chi credere e chi riconoscere come la guida della nostra vita e del nostro comportamento sentiamo rivolta a noi la semplice parola detta da Maria a Cana: la luminosa ed efficace parola di esortazione ad affidarci in tutto all’unico e necessario Salvatore: "Fate quello che egli vi dirà" (Gv 2,5)"

Verranno giorni ignoti, ma se apriamo la porta dell’anima, qualcuno ci sorriderà: un Divino vicino di casa che è venuto ad abitare fra noi, per non lasciarci soli. Egli ci porta la luce della speranza e della consolazione. Rifiutarlo, vuol dire traslocare lontano da Lui, verso le tenebre della desolazione.

Verranno giorni ignoti, ma Cristo ci ha detto "Ecco, io vengo, ma anche voi venite" e a noi basta rispondere con la stessa parola pronunciata da Maria "Eccomi...".