Palestina:
terra senza terra
di
Francesca Citossi
La questione
palestinese è tanto intricata e radicata che risulta difficile
ricordare anche come è cominciata. Al momento di andare in
stampa forse la guerra civile sarà scoppiata, oppure una
semplice definizione semantica non altera la realtà di violenza
che è istituzionalizzata dal 1948.
Gli Ebrei,
scacciati da secoli, sono tornati sul suolo materno e
lhanno trovato occupato. I Palestinesi, installatisi da
lungo tempo, hanno subito la costruzione di Israele da un giorno
allaltro. Innumerevoli guerre sono seguite (1956, 1967,
1973) con gli stati arabi dellarea (Giordania, Tunisia,
Siria, Egitto, Libano) che a turno hanno ospitato e poi espulso
lOLP (Organizzazione per
La posizione di Israele
è stata molto semplice: negare lesistenza stessa dei
Palestinesi. Fino ad Ytzak Rabin e al processo di pace di Oslo
del 1993, bruscamente interrotto dalluccisione (da parte di
un ebreo estremista) dellex generale nel 1995. Da allora la
solita linea ha ripreso quota: i Palestinesi sono terroristi, non
trattiamo, questa terra è nostra.
Dallaltra parte
lOLP ha continuato ad accusare Israele di terrorismo di
stato (il terrorismo, in effetti, è una metodologia che può
essere usata da chiunque e non necessariamente ascrivibile ad
attori non-statali che non raccolgano il favore
dellOccidente). Se nel periodo di Oslo le posizioni
dellOLP si erano ammorbidite fino ad ipotizzare che la
distruzione dello stato di Israele potesse essere
cancellata come priorità, la rottura del
Paradossalmente Sharon,
eletto col sostegno dei coloni israeliani nei Territori Occupati
che sono i più oltranzisti, ha mandato lesercito per
evacuare gli stessi coloni e restituire quei territori nel 2004.
Le immagini dei soldati israeliani che entravano nelle case dei
coloni nella Striscia di Gaza e strappavano i loro concittadini
dai loro mobili erano tanto stupefacenti quanto probanti del
fatto che la politica, spesso, gioca con la vita delle persone
normali. Lictus che ha colpito Sharon non ci ha permesso di
vedere come la sua politica si sarebbe evoluta, ma certamente era
divenuto, come Rabin prima di lui, molto pragmatico: se i
Palestinesi non hanno una terra e niente da perdere continueranno
a farsi saltare in aria con chi sta loro intorno. Se non tutta,
almeno un pezzo di terra bisogna ridargliela.
Fino alla morte
di Arafat nel 2005 la sostanzialmente univoca amministrazione
politica palestinese non è mai stata minacciata. La leadership di
Al Fatah, il partito di Arafat, si è identificata con lOLP.
Arafat e tutta la dirigenza sono stati protagonisti di malgoverno,
cumulazione di cariche, appropriazioni indebite e clientelismo e
da tali accuse non si sono nemmeno difesi talmente erano fondate
e indiscusse.
Dallaltra
parte Hamas (zelo), che fin dal 1989 aveva scelto la lotta
armata, si era anche distinto per una radicata presenza nel
territorio in mezzo alla popolazione civile con unampia
rete di assistenza sociale a bambini, vedove, malati con scuole,
sussidi e ospedali mentre Fatah, scomparendo nellombra
dellaffarismo e della corruzione, si era sempre di più
allontanato dalle esigenze della vita disperata degli sfollati
palestinesi.
Dopo decenni di
dominio incondizionato della fazione di Arafat, Hamas ha vinto le
elezioni nel gennaio 2006, ma Fatah non vuole farsi da
parte. LUnione Europea, con una mossa che è sembrata poco
saggia, ha bloccato in primavera i finanziamenti
allAutorità Palestinese. Un paese che tale non è (legalmente
i territori sono occupati da Israele) ha enormi problemi di
gestione delle tensioni interne. Smettere di pagare gli stipendi
delle forze dellordine non può contribuire alla
pacificazione di un paese che è a serio rischio di radicalizzazione
religiosa. Avevamo chiesto elezioni democratiche e ci sono state:
ora non possiamo rimangiarci la parola perché non ci piace chi
ha vinto, democraticamente, il 65% dei consensi.
In questi giorni
gli scontri sono frequenti e gravi e lassurdo è in
televisione. I Palestinesi, da decenni in lotta con Israele, che
sono fuggiti da un paese arabo allaltro e per attirare
lattenzione internazionale hanno usato il terrorismo in
tutto il mondo, sembrano non paghi abbastanza di questa mattanza
e si spaccano al loro interno per spartirsi uno stato che non
esiste, un popolo distrutto e sfollato, un territorio che
appartiene ad altri e strutture amministrative allo stremo.
Ricattare il governo legittimamente in carica con aiuti umanitari
per obbligarlo a firmare una pace sterile non funzionerà.
Aiutare i bisognosi è un dovere che prescinde dal quadro
politico e le paci forzate finiscono come
*Il
termine bantustan nasce nel
.
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Lora della verità,
Internazionale n. 627, 3 febbraio 2006, p.22-28