di don Carlo Govoni
Anzitutto: Buon Anno! Questo bollettino esce bimestrale per alcune
difficoltà incontrate un po’ con la mia indisposizione e un po’
perché la carta ordinata non è arrivata in tempo. Comunque sia, siamo ancora agli inizi del nuovo anno e vale
la pena soffermarsi un attimo a valutare tutte le speranze svanite o rimandate
nel vecchio anno, ma soprattutto a riprendere i tanti buoni propositi disattesi.
Ricordiamoci che, fra l’altro, presto entreremo in Quaresima, tempo di
deserto interiore, per far spazio alle cose dello spirito.
L’anno nuovo è sempre un’incognita e davanti alle incognite, nella mente prevale il senso dei nostri
limiti. In un tempo in cui ognuno
vorrebbe essere onnipotente e onnisciente, ancor più è avvertita l’umana
fragilità e, se non c’è la fortuna della Fede, l’ansia per il
futuro ci prevarica e può travolgerci.
Anche la persona più sicura di se stessa –
anche quando ostenta spavalderia - di fronte a ciò che è sconosciuto prova
incertezza e apprensione.
Se è vero che incertezza e ansia sono
comprensibili, è anche vero che un buon cristiano, avendo la coscienza
tranquilla sul proprio operato, sa che c’è un
Padre pronto a tenerlo in braccio, sa che c’è Gesù Cristo che si è fatto
uomo per divenire suo fratello e compagno di viaggio, sa che c’è uno
Spirito divino che nel silenzio del cuore gli suggerirà sempre la cosa giusta
da fare.
Ma occorre vivere con calma il tempo, trovare
spazi di silenzio, spazi nei quali noi, piccole creature, attraverso la
preghiera ci mettiamo in contatto con il Divino. In quei momenti, in quegli
spazi, tutte le cose che ci hanno turbato perderanno i loro contorni netti e
duri, diverranno sfumate, diverranno piccole piccole come
quando . dall’alto di un monte – guardiamo
le case di bambola sparse nelle vallate.
La formazione che possiamo avere avuto è
importante, perché bisogna che qualcuno ci spieghi anche come vivere e far
divenire matura la nostra Fede.
Dobbiamo, cioè,
sapere che come Gesù nel Getsemani, dobbiamo imparare
a dire: ‘Non la mia, ma la tua volontà sia
fatta!’.
Molti pensano che pregare sia presentare
una lista di richieste al Signore: ma il Signore sa
già ciò di cui abbiamo necessità. Soprattutto il Signore sa che cosa è meglio
per noi.
Impariamo allora a pregare offrendo al
Signore le nostre piccole croci quotidiane, impariamo a dirgli: ‘Signore, tu conosci la mia condizione, le
mie ansie e quelle dei miei cari. Sai anche cosa desidererei, ma sia fatta
Ai genitori, vorrei suggerire di insegnare già
da piccoli ai propri bambini, ad affidarsi a Gesù.
Abituati a confidare nel Signore per i loro
piccoli e grandi problemi, cresceranno nella fede e nell’abbandono a Dio
e saranno sereni.
In questo nuovo Anno, cerchiamo tutti di
fare qualche piccolo proposito di costanza: costanza
nella pratica della fede, costanza nell’accostarsi ai Sacramenti della
Penitenza e dell’Eucaristia (particolarmente importante questa promessa
nell’anno del Congresso Eucaristico!), costanza nel ricordarsi di offrire
la nostra giornata a Dio confidando nel suo aiuto.
Nelle mie preghiere vi terrò tutti presenti
nel mio cuore, parrocchiani e lettori tutti di questo bollettino.
Maria Santissima, alla
quale
Vi benedico e a tutti auguro un Buon Anno
nel Signore!