GENITORI E FIGLI

di Luigi Gozzoli

Anzitutto, un breve pensiero biblico:"Io, tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Ecco: sto alla porta e busso ..." (Apocalisse 3,19). Commento. Così si comportano, circa l'educazione dei figli, quei genitori "vecchia maniera" che vogliono ancora mantenersi in linea con la tradizione pedagogica, psicologica e religiosa, tramandataci dai nostri Padri. Ciò premesso cerchiamo di attualizzare il discorso. Oggi, epoca di sfrenato consumismo i rapporti famigliari diventano spesso faticosi e complicati.

Si crede {a torto) che la tolleranza ed il buonismo della morale laica costituiscano di per sé un valore. La realtà é più modesta: non riusciamo a rispondere "no" ai figli. Nella tanto vituperata civiltà contadina l'ambiente comune di vita, al fin: di risolvere questo problema, giocava un ruolo fondamenta1e.

Non esisteva, per esempio, la corsa al consumismo voluttuario, imposta adesso dalla pubblicità, o la suggestione del lusso fine a se stesso, degli abiti firmati da cambiare, come suggerisce uno slogan, anche ogni giorno, delle case-museo, sempre più macroscopiche e così via. Non sono un ingenuo amatore del passato ("laudator temporis acti") e so bene, naturalmente, che alcuni vizi capitali (invidia, avarizia, lussuria) funzionavano anche allora. Però, erano temperati sia dall'autorità riconosciuta al capo-famiglia che dalla frugalità dei costumi sociali, molto più cristiani di oggi. Come scrive Erich Fromm, imperava la legge dell'essere e non quella dell'avere. O dell' apparire. E dunque, i rapporti: fra le persone si sviluppavano sulla base della parola data e della verità. I sentimenti erano semplici ma essenziali. In tale quadro, la gente anziana, non di rado faro di ascoltata saggezza e di profumato buon senso, veniva rispettata e protetta. Basterebbe ricordare in proposito certi consigli del Vecchio Testamento ed in particolare uno (Siracide/3), fondamentale: "Se vuoi avere da Dio il perdono dei tuoi peccati sopporta ed assisti tuo padre e tua madre mentre sei nel pieno vigore; anche se dovessero perdere il senno, compatiscili e non disprezzarli". Caso mai - si potrebbe aggiungere - obbligali a curarsi. Oggi invece, si parla molto dei doveri parentali dei genitori verso i figli e poco dei correlativi obblighi dei figli verso i genitori... Una recente sentenza della Cassazione, impone a questi ultimi di mantenere il figlio, anche se maggiorenne, "fino a quando non abbia in proprio mezzi sufficienti". Obietto. E se, per caso, avesse scarsa voglia di lavorare? Si sa che trovare un lavoro è difficile. Per la verità, S. Paolo (che è l'autore vero della famosa frase "chi non lavora non mangi") direbbe che basta non aspirare a cose troppo alte, ma piegarsi a quelle umili (cfr Rm I2,I6). Insomma,darsi una mossa. Infatti, in Italia molti stranieri fanno lavori snobbati dagli altri, i quali forse, (è sempre S. Paolo che parla) "hanno un’idea troppo alta di se stessi".