IL
CAMMINO CONTINUA
!
di
Annetta Ventura
§
AC: volontariato e formazione
Nel
bollettino del mese scorso erano riportate le parti di due
decreti del concilio Vaticano II sullAzione Cattolica. Le
parole dei padri conciliari, prese da un contesto più ampio (Tutti
i documenti del Concilio, editore Massimo - Milano;
2004), rivelano un percorso pratico e spirituale, una chiara
indicazione per i laici.
Commentando
lo statuto dellAC del 1969, la rivista Jesus,
nellottobre del 2003, ricordava come verso la fine degli
anni sessanta successero molti eventi di portata storica: il
Concilio, il sessantotto, le prime bombe, il divorzio,
Il
rinnovamento di quellanno fu voluto prima da Giovanni XXIII
poi da Paolo VI: alla mobilitazione e al collateralismo politico,
lAzione cattolica preferì un approfondimento della fede,
la liturgia, la partecipazione alla vita della Chiesa e del paese.
Era
la scelta religiosa, non un ritiro
dallimpegno civile, ma una svolta per esprimere il
desiderio di interiorità. LAC manteneva la sua presenza di
volontariato nelle parrocchie, e incrementava la riflessione e la
formazione cristiana.
Nel
2002, quando si stava preparando lo statuto in vigore oggi, la
presidente nazionale di allora, Paola Bignardi, scriveva che solo
un occhio superficiale non vedeva che anche nel nostro tempo
assistevamo, quasi senza accorgercene, ad una rivoluzione
silenziosa.
E
citava la fine delle ideologie, la crisi della ragione, i
processi di globalizzazione, linterdipendenza tra popoli,
linfluenza dei media sulla mentalità corrente, come i
fattori del cambiamento.
Quello
cui stiamo lavorando in questi mesi aggiungeva
dovrebbe essere lo Statuto per una stagione di nuova evangelizzazione.
Sembrano
anche oggi necessari riflessione e approfondimento, per
analizzare i cambiamenti della società, e una formazione adatta
ai tempi nuovi, per collaborare con consapevolezza
allapostolato della Chiesa.
La
parrocchia continua ad essere il luogo dove limpegno nasce
e trova forza per crescere e uscire allesterno. Nella
nostra parrocchia, lavvio ed il sostegno arrivano dal
lavoro di un parroco che trascorre la vita con la sua gente; che
sa che la fede ha bisogno di una formazione paziente e
individuale; che prega e agisce perché la vita di tutti proceda
su una buona strada; che insegna con semplicità quella saggezza
accumulata negli anni, e vive la fatica odierna con
abbandono alla volontà del Signore.
La
missione del sacerdote è indispensabile e non sostituibile.
Ma
non può essere delegato tutto al parroco, cè bisogno
dellapporto dei laici.
Non
ricordo chi ha detto che il poco di molti diventa il tanto di
tutti.
Giovanni
Paolo II, a Loreto nel 1985, aveva ancora una volta incitato a
non avere paura di Cristo, a non temere il ruolo anche pubblico
che il cristianesimo può svolgere per la promozione
delluomo.
Ruolo
pubblico, oltre partecipare alla messa e ai riti, possono essere
i tanti servizi
necessari
per le cerimonie in chiesa; il canto per la liturgia e la
distribuzione della stampa alluscita della messa; linsegnamento
del catechismo e la disponibilità a far visita agli ammalati; la
pulizia di chiesa e aule del catechismo; la manutenzione degli
edifici, e le attività che gravitano intorno alla caritas
parrocchiale; il lavoro di segreteria e quello a catena per il
bollettino, da chi impagina, stampa e piega a chi lo
distribuisce ogni mese.
A
Palermo nel 1995 Giovanni Paolo II aveva fatto notare quanto
fondamentale restasse sempre lapporto di coloro che, nella
preghiera e nella contemplazione, attingono luce alla sorgente
divina per riversarla sullintera comunità.
La
preghiera, appunto, che con la contemplazione sembrerebbe un
rapporto assolutamente privato con Dio, diventa ruolo
pubblico in quanto sostegno spirituale per tutti nella comunione
dei santi, ed esempio di vita.
Tempo
fa, Giuseppe Gualandi scriveva che si può - si dovrebbe -
secondo le proprie esperienze, avanzare proposte su piani
di attività, senza pretendere che siano sempre accolte, ma
anche senza aspettare che le idee arrivino sempre dalla
gerarchia. Questa partecipazione potrebbe essere un
altro compito, una responsabilità da condividere.
Questo,
e altro, può costituire la collaborazione dei laici
allapostolato gerarchico.
La
collaborazione con la gerarchia e la scelta religiosa,
intesi come volontariato, aggiornamento e formazione cristiana -
e non solo per quelli che raccolgono limpegno del lavoro
per la parrocchia - sono le vocazioni dellassociazione.
I
percorsi Parola, gli incontri, e le informazioni dei giornali
associativi, sono i mezzi per meditare le Scritture, per
analizzare, con la guida del parroco o di altri esperti, i
cambiamenti portati dalle nuove idee, e per costruire le
competenze utili ad una testimonianza da portare là dove scorre
la vita, dove si formano le opinioni comuni, senza bisogno di
grandi discorsi, ma soprattutto vivendo con naturalezza i propri
convincimenti.
Per
crescere come persone, e come cristiani, abbiamo bisogno di
scambi con gli altri, di amicizia e solidarietà.
Riunire
più persone per la preparazione di unattività o di un
evento, valorizzare le capacità di ognuno, costruire rapporti
che siano realmente paritari, sono cose che formano il gruppo,
che fanno sentire uniti.
Il
gruppo stesso contribuisce poi, indirettamente, ad
insegnare a chi sia disposto a mettersi in discussione, e a
cogliere le opportunità positive del confronto.
Il
gruppo insegna quellatteggiamento assertivo, di chi è positivo
e disponibile verso gli altri, ma anche fiducioso, e conscio
delle proprie capacità; insegna che la diversità è una risorsa
quando si sviluppano i punti di incontro, e non quelli di
divisione.
In
ultima analisi, il gruppo aiuta a conoscere se stessi e chi sta
vicino.
In
questi tempi, capita, però, di vedere come le presenze stiano
gradatamente scemando, e quanto servirebbe laiuto di nuove
persone, disposte a fare questa esperienza pratica e spirituale
insieme e a proseguire una tradizione associativa che a San
Gioacchino dura dalla costituzione della parrocchia, da quasi cinquantanni.
Un
ringraziamento va a tutti quelli che si sono impegnati, anche questanno,
con la preghiera, le idee, il lavoro e la presenza.
Grazie
anche a coloro che sono intervenuti agli incontri da
esterni. Saremmo lieti di vederli tornare e passare
un po di tempo insieme.
A
chi ha resistito fin qui nella lettura, ripeto lo stesso saluto e
invito dellanno scorso.
Arrivederci
a settembre, dopo lestate: un tempo per lavorare e
riposare, pensare e distrarsi, stare in famiglia e con gli amici.
Ma,
volendo, anche un tempo per prendere una decisione
nuova.
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Testi
sul Concilio Vaticano II sono consultabili anche nella
biblioteca parrocchiale