Che passione … la Passione!

di Maria Carla Papi

La storia della Passione di Gesù Cristo, fra diverse opinioni e contrastanti ... passioni, non lascia comunque indifferenti e, almeno questo dato, direi che è un fatto estremamente positivo. Solo Gesù riesce ad essere sempre così attuale e suscitare negli animi diversi accesi sentimenti.

La storia di ‘The Passion of Christ’ io ho iniziato a seguirla già anni fa, quando Mel Gibson ne parlava. Per dodici anni ha coltivato il suo sogno – che era quello di raccontare le ultime ore di Gesù cercando di riproporle nella loro cruda realtà. Addirittura facendo parlare i protagonisti in aramaico e latino.

Diceva: ‘Vorrei che chiunque entrasse in sala, uscendo non fosse più lo stesso’.

Fervente cattolico, sposato con otto figli, con una certa simpatia e propensione alla tradizione del Concilio di Trento, Gibson – come testimonia un suo amico sacerdote che però non condivide le sue simpatie tridentine - discetta per ore in latino e greco antico, cita i documenti ecclesiastici con tutti gli incipit in latino esatti, parla di sant’Atanasio e di sant’Agostino, di Ratzinger e dell’enciclica Dominus Jesus, con grande padronanza di linguaggio teologico ed ecclesiastico. Un giorno a casa di questo sacerdote, Don Basilio, è attratto da un messale di san Pio V. Inizia fra loro una discussione infinita, perché Gibson, andando a leggere sul messale tridentino la preghiera eucaristica sul calice trova scritto "Pro vobis et pro multis effundetur", cioè ‘versato per voi e per molti’.. Gibson contesta la traduzione del Vaticano II, ‘versato per voi e per tutti’, perché afferma, non tiene conto della predestinazione della salvezza riservata ai cristiani.

Questo ‘paletto’ gli costerà il rifiuto di celebrare la Messa per il cast da parte di Don Basilio, che gli rifila un giovane prete di più larghe vedute.

Tutto questo c’entra col film, perché si può intravedere la convinzione con la quale Gibson si è avventurato in questo lavoro, che poteva anche essere un flop, rischiando di persona.

Anche il cast è stato scelto in un certo modo: tutti gli attori, fossero ebrei o cattolici, erano comunque credenti e i più tiepidi hanno detto di essersi sentiti trasformati dopo la lavorazione.

Un aneddoto: il protagonista, Jim Caviezel, americano, va a messa ogni mattina prima di andare sul set. Il giorno in cui dovevano girare la flagellazione non c’è riuscito. Durante le riprese, aveva sulla schiena un supporto di gommapiuma per evitare che i 121 colpi di flagello potessero raggiungerlo. Eppure, un paio di colpetti sono arrivati e lui, ridendo, dice che è stato punito per non essere andato a messa quel giorno!

Il giorno della Crocifissione è accaduto un altro fatto strano. Come tutti sanno la scena è stata girata ai sassi di Matera, e, naturalmente, dopo la morte di Gesù bisognava aggiungere gli effetti speciali nella pellicola per simulare i tuoni e i fulmini. Non ce n’è stato bisogno, perché sono arrivati sul serio accompagnati anche da una inedita tromba d’aria!

Qualcuno parla di troppo sangue (ma realisticamente, come dare 121 colpi di flagello senza fare spargimento di sangue??!), o che c’è troppa violenza ... ma signori miei, qui a furia di edulcorare la Passione finiamo per credere che Gesù sia morto di freddo!

A cosa pensiamo quando sentiamo parlare dello scandalo della croce?? Ci rendiamo conto o no di cosa voleva dire realmente essere inchiodati su un palo??

Dicono: durante il film si sentono troppo i colpi dei flagelli. Già, ma Gibson l’ha fatto apposta perché, dice, non voleva che fossimo spettatori di quella violenza, ma che in qualche modo sentissimo, se non sulla pelle, almeno nelle orecchie il rumore che sentiva Gesù su di sé!

Chi ha paura della Passione pecca di pura ipocrisia!

Finito finalmente il film da lui stesso finanziato con 25 milioni di dollari, non trovava un distributore, allora si è recato in Vaticano dove il film ha trovato piena approvazione e subito dopo e riuscito a distribuirlo.

Il film va seguito anche per mezzo della guida che viene data, poiché vi sono molti spunti catechetici che bisogna individuare e conoscere per capire: ad esempio, le mani che configgono il primo chiodo sono quelle dello stessa regista, Mel Gibson. Il significato sta a dire che tutti noi, anche se credenti, contribuiamo - ieri, oggi e sempre - con i nostri peccati alla crocifissione di Cristo.

Al sito della nostra Parrocchia, ci è pervenuto un contributo di Carlo Climati, di cui abbiamo già pubblicato un articolo sui giovani lo scorso anno.

Per chi non lo ricorda, Carlo Climati è giornalista professionista e scrittore, nato a Roma nel 1963. È responsabile dell’ufficio stampa dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Collabora con il Gris (Gruppo di Ricerca ed Informazione Socio-Religiosa). Scrive per numerose testate, fra le quali: Avvenire, L’Osservatore Romano, Mondo Voc, Via Verità e Vita, Milizia Mariana, Don Orione Oggi, Sì alla Vita. Per la Rai ha collaborato con il programma Prossimo tuo (Raidue), ed è stato autore dei programmi radiofonici Obiettivo Europa, Un salto nello spot e Chiedi chi erano i Cetra (Radiouno). Si dedica soprattutto alle inchieste e a ricerche nel campo della comunicazione, ed ha un’intensa attività di conferenze ed incontri con i giovani.

(Se vuoi visitare il sito di Carlo Climati: http://www.carloclimati.com/ E-mail md3416@mclink.it )