I GRANDI CONVERTITI

(…e i cercatori di Dio)

Giuseppe Prezzolini

di Luigi Gozzoli

Non sono pericolosi coloro che si dichiarano atei: quelli, prima o poi, si convertono, tant'é vero che il card.Carlo Maria Martini ha potuto scrivere un libro significativamente intitolato "Cattedra dei non credenti". Sono pericolose, anzi micidiali, le masse piatte dei conformisti, annegati nel consumismo, che vivono ‘etsi Deus non daretur’, come se Dio non ci fosse. Quale esempio degli atei prendiamo Giuseppe Prezzolini, saggista e giornalista principe, amico di Giovanni Papini (di cui abbiamo parlato la volta scorsa), autore di molti libri famosi: "Un italiano inutile"; "L'Italia è finita: ecco quel che resta"; "]l catto1iceaimo rosso"; "Dal mio terrazzo", ecc. Dio lo ha pazientemente; atteso durante cento dei nostri anni! Per la cronaca: toscano ed autodidatta, dopo essere emigrato in America, rientrò in Italia e presto si trasferì a Lugano (Svizzera) dove- morì, ultracentenario assistito anche spiritualmente da una suora laica infermiera verso la quale si dimostrò sempre affezionato e riconoscente. Ma procediamo con ordine Giuseppe Prezzolini era portatore di un pessimismo integralista assoluto, molto più vasto di quello, già evidente in Papini. Per lui il mondo era stato fatto "per caso", non si sa come, non si sa perché, non si sa da chi: la sua convinzione era che non siamo certi di nulla e non ci sono sicurezze, nemmeno filosofiche. Infatti, anche il "cogito ergo sum" (penso, dunque sono) di Cartesio viene posto in discussione. Una situazione esistenziale di grande tristezza e di buio circolare: massima solitudine umana. Ebbene: nel suo libro, oggi considerato più importante ("Dio é un rischio") appaiono sprazzi di logica pura, come ad esempio "La morte é la chiave della vita" …"Se c'é un ordine, Dio esiste", e ancora varie domande inquietanti che non trovano risposta nella sua mente laica, sempre alla ricerca inconscia della verità: "Dicono che Dio sia Amore. Ma, come fa allora ad essere giusto?" Dove si vede quale difficoltà incontri l'ateo a percepire il concetto di perdono e redenzione dello Sconfitto in croce. Il libro, dedicato alla memoria di "Sua santità Paolo VI" riporta sei lettere papali allo scrittore attraverso le quali - secondo chi scrive - é avvenuta "in pectore" la vera conversione di Prezzolini, da cattolico a cristiano. Forse lo stesso futuro cammino di Montanelli. Il carteggio si rivela di altissimo livello intellettuale e non può essere riportato qui, se non in estrema sintesi: il rapporto fede-grazia, il problema del dolore, la retta interpretazione del filosofo Heisemberg e dello scienziato Monod, la consolazione della speranza ("Se Dio vorrà mi convertirò anch'io, come: Papini"), la sincerità disarmante del carattere, la vasta divulgazione storica, sono alcuni dei suggestivi temi toccati nel libro. Conclusione: Dio, l'invisibile evidente-(Victor Hugo), scrive dritto su linee storte.

 

Giuseppe Prezzolini è nato a Perugia nel 1882 e si è spento a Lugano nel 1982.: cento anni contro vento ed a testa alta, scrivendo, sino all'ultimo giorno di vita, verità scomode ….Nel 1903 fonda con Giovanni Papini la rivista Leonardo, e nel 1908 il settimanale La voce che dirige allo scoppio della Prima guerra mondiale. Amico di Benedetto Croce e dei più grandi intellettuali del suo tempo. Lo scrittore, che pure è amico personale di Mussolini, nel 1922 afferma riguardo al fascismo: "...non mi sento di prendere una posizione netta" e dichiara invece di auspicare la nascita di una "congregazione degli apoti" cioè di "coloro che non le bevono".

Dal 1929 è in esilio volontario in America, dove per vent' anni è docente di letteratura italiana, alla Columbia University di New York;.Tra i suoi moltissimi libri ricordiamo: Il sarto spirituale scritto con Papini, Come gli americani scopersero l'ltalia, I trapiantati. A 79 anni ritorna in Italia. A 86 anni scrive Dio è un rischio per dimostrare che non riusciva a credere. Un giorno gli fu chiesto: scusi, ma se la fede è un dono e lei non crede, allora è colpa di Dio? Prezzolini spalancò le braccia e rispose: "sia fatta la volontà di Dio."

Fu un grande intellettuale liberale e indipendente, un nemico acerrimo di ogni pregiudizio e di ogni ipocrisia e soprattutto un profondo conoscitore della storia e del costume degli italiani. Nel 1982 muore, dopo aver dettato il suo ultimo articolo, perfettamente lucido (e tagliente) fino all'ultimo istante.

Da Cultura cattolica.it