PAGINE DI PACE

"LA PACE NON È NÈ DI DESTRA NÈ DI SINISTRA"

Intervista del ‘Carlino’ a Mons. Ernesto Vecchi

A seguito di un intervento a Radio Nettuno Onda Libera che come spesso accade non è stato capito o non si è voluto capire, Mons. Ernesto Vecchi – Vescovo Ausiliare di Bologna – replica:

Allora, monsignor Ernesto Vecchi, come spesso succede le sue dichiarazioni hanno suscitato reazioni... Ci dica allora, che cosa ha detto realmente alla trasmissione 'Focus' di Radio Nettuno.

"Devo dire che anche stavolta si è voluto creare il 'caso', presentando in modo scorretto il mio pensiero"

"Ho risposto semplicemente a una ragazza che mi aveva chiesto un parere sul fatto che il suo parroco si era opposto ad appendere in parrocchia la ‘bandiera della pace'. E ho detto il mio parere, che confermo: questa bandiera, che inizialmente sembrava esprimere un desiderio di pace 'non targato', ha assunto via via una coloritura di parte. Non mi sembra quindi opportuno che venga appesa in una parrocchia: essa infatti è espressione della 'cattolicità' (quindi universale – N.d.R.) della. Chiesa, e quindi è i1 luogo di tutti. Se un certo segno causa divisione, e non è accettato da tutti, e bene non esporlo".

Dunque la Curia non si scaglia contro questa bandiera...:

"Assolutamente no: io infatti ho tenuto a dire che nessuno della Curia è andato né andrà a togliere le bandiere dove sono esposte. Era un semplice parere di opportunità".

Lei recentemente ha anche ribadito che la pace "non è né di destra né di sinistra". E allora?

"Il mio discorso di sabato andava proprio in questo senso. La pace non può diventare monopolio di una parte, anche a livello simbolico. La Chiesa è attenta al valore dei simboli: e se un simbolo crea divisione, è bene non utilizzarlo".

Il Papa sta lavorando moltissimo per la pace...

"Infatti, e io mi sento in comunione piena con lui: perché il suo lavoro cerca di rimuovere gli ostacoli che da entrambe le parti impediscono il mantenimento della pace. È un lavoro che guarda alla realtà nel suo complesso, e non ha certo coloriture di parte".

Secondo lei, cosa possono fare i cattolici per la pace?

"Quello che ha chiesto loro il Papa: anzitutto pregare, perché la pace è un dono di Dio. Per questo, se fossi stato un parroco, avrei sicuramente organizzato un pullman per andare a Roma e partecipare all'iniziativa di venerdì sera, quando tutti i cattolici si sono riuniti in preghiera alla chiesa del Gesù, per invocare da Dio la pace. Credo poi che i cattolici dovrebbero anche ricordare a tutti qual è la vera radice dell'odio, della divisione, della guerra: è il peccato. Se l'uomo rifiuta Dio, se non segue la sua legge, è inevitabile che si creino violenze e divisioni: ce lo dice la storia biblica di Caino e Abele. Il peccato è come una bomba: crea distruzione e devasta il singolo, la famiglia, la società".