PAGINE DI PACE

LA PACE SIA CON VOI

di Serena Polombito

 

Se il mese scorso, quando Barbara ha scritto il suo articolo sulle bandiere della pace, gli stendardi esposti in Italia erano stimati circa 100/110.000, oggi sono certamente raddoppiati; se ne vedono sempre di più sventolare, nei loro allegri colori, da finestre e balconi di moltissime case, sul palazzo della Camera del Lavoro ne ho contate, passando in autobus, sedici, ma potrebbe essere un numero in difetto. Se dunque il fenomeno assume proporzioni sempre più vaste, è giusto rifletterci sopra.

Quegli stendardi sono belli, le loro righe colorate ci ricordano l’arcobaleno, esso stesso simbolo di pace e di alleanza tra Dio e gli uomini, ma per meglio imprimere il concetto nella mente di chi le guarda, a grandi lettere, nel bel mezzo del vessillo, campeggia la parola PACE.

PACE…..cos’è la pace?….Non è solo assenza di guerra, è qualcosa di molto più profondo, è uno stato, un modo di vivere che concerne tutti gli aspetti della nostra vita: è concordia nelle famiglie e con il prossimo, è serenità interiore, è ricchezza d’animo, è disponibilità, è il dono di un sorriso.

Allora mi piace pensare che tra le mura, dietro i vetri di tutte le finestre dalle quali sventola la bandiera della pace, coerenza vuole che vivano famiglie in armonia. Così come penso che chi invoca la pace e per gridarlo al mondo affida al vessillo il suo messaggio, cerchi in ogni occasione di "vivere la pace", sarà perciò tollerante con chi esprime un pensiero diverso dal suo, non inveirà contro chi lo sorpassa, forse anche imprudentemente, in autostrada, sorriderà al tifoso avversario nel nome di uno sport sano, saprà percorrere un tratto di strada insieme al fratello straniero, per offrirgli aiuto e perdonerà volentieri il torto subito, per concretizzare, nel suo piccolo, quella pace che auspica, altrimenti che senso avrebbe quella scritta sventolante?

Come potremo pensare che popoli nemici sappiano evitare la guerra, se noi singolarmente nelle nostre case, non sappiamo salvare le famiglie, se non sappiamo andare d’accordo coi vicini, se basta un gol della squadra avversaria o una contestata decisione arbitrale a farci perdere la testa, tanto da non sapere né volere più controllare le nostre reazioni, se basta il chiasso dei bambini a renderci insofferenti e brontoloni?

Quale pace siamo capaci di offrire, mentre chiediamo ad altri di non fare la guerra?

Quando il Signore portava il suo saluto: "La pace sia con voi!" era un senso di pace assoluto che augurava a chi lo incontrava, una pace dell’anima capace di avvolgere l’intero essere.

A questa pace deve tendere l’uomo e allora, forse Bush e Saddam ignoreranno le nostre bandiere esposte, ma noi con un po’ di impegno, potremo essere diventati costruttori di pace.