ECCELLENZA REVERENDISSIMA E CARISSIMO ARCIVESCOVO CARLO, BENVENUTO NEL TERRITORIO DELLA CHIESA DI BOLOGNA, CHE PAPA GIOVANNI PAOLO II LE HA AFFIDATO.
Dopo aver salutato e abbracciato il Suo saggio e solerte Predecessore, lamato e stimato Cardinale Giacomo Biffi, il popolo bolognese oggi accoglie, nella sua persona benedetta, "Colui che viene nel nome del Signore" (Sal 118, 26).Il Suo primo approdo è avvenuto nella parrocchia di Gallo Ferrarese, che venera come Patrona Caterina de Vigri, la Santa che unisce, nel vincolo della "misura alta" della fede e della vita cristiana, le Chiese sorelle di Bologna e di Ferrara. Questa circostanza riporta in primo piano un punto fermo e preminente della Lettera Apostolica ""Novo millennio ineunte": "Non esito a dire scrive il Papa che la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pastorale è quello della santità" (n.ro 30).La conformità a Cristo, dunque, emerge come solido fondamento al "Duc in altum" (Lc 5,4), la parola rassicurante detta da Gesù ai suoi Apostoli a garanzia dei frutti che la loro disponibilità a "prendere il largo" avrebbe certamente prodotto. Il "Duc in altum", oggi, risuona per noi e ci invita "a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro" (NMI,1), perché con il Suo arrivo, Eccellentissimo e carissimo Arcivescovo Carlo, abbiamo la garanzia che la grazia della successione apostolica si rinnova e che "Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!" (Eb 13,8).
Eccellenza, è bello che il Suo primo incontro con Bologna avvenga in questa Piazza Maggiore che è il cuore vivo della città, il luogo che raccoglie ogni manifestazione di gioia e di festa, di ansia e di sofferenza comune; qui si svolgono, o in qualche modo si ripercuotono, gli avvenimenti importanti della vita civile ed ecclesiale di Bologna.
Il primo saluto che Ella rivolgerà dal sagrato di San Petronio ai Bolognesi venuti qui per darle il benvenuto, ci fa pensare allo scopo della missione del Vescovo, di cui ha parlato il Concilio: "la Chiesa, perseguendo il suo proprio fine di salvezza, non solo comunica alluomo la vita divina, ma anche diffonde la sua luce con ripercussione, in qualche modo, su tutto il mondo, soprattutto per il fatto che risana ed eleva la dignità della persona umana, consolida la compagine della umana società, e immette nel lavoro quotidiano degli uomini un più profondo senso e significato. Così la Chiesa, con i singoli suoi membri e con tutta intera la sua comunità, crede di poter contribuire molto a rendere più umana la famiglia degli uomini e la sua storia" (G.S. 40). Su questa piazza si affacciano alcune importanti sedi delle autorità civili di Bologna, protette dalla severa mole del bel San Petronio, la chiesa che il popolo bolognese volle dedicare al suo Patrono, come auspicio di libertà e segno di una riconquistata concordia civica. Nellabbraccio di questa piazza, Bologna offre il simbolo della sua anima petroniana. Se questa, come tutte le cose umane può non essere sempre immediatamente percepibile, la si può tuttavia incontrare nella realtà della nostra gente e delle nostre famiglie, e nelle istituzioni più caratteristiche della cultura, del volontariato e delle tradizioni bolognesi. La protezione di San Petronio, il vescovo che ricostruì Bologna, accompagni fin dallinizio il Suo ministero episcopale, per ravvivare il volto di questa Città, "che è incontestabilmente un volto cristiano", come ha affermato il Card. Giacomo Biffi, nel momento in cui tuttavia ci invitava ad affrontare le difficili sfide del nostro tempo con piglio franco e vivace (cfr. La città di San Petronio 7;51). Questo compito vogliamo continuarlo con la guida pastorale che da oggi Ella inizia in questa città, nella Chiesa che ha visto limpegno generoso dei suoi vescovi, verso i quali la nostra gratitudine è davvero grande, a cominciare dal Card. Giacomo Biffi che, già Padre di questa Chiesa, vi è rimasto come figlio. Grazie, Eccellenza, perché ha detto di sì allinvito del Papa che lo inviava a Bologna; faremo di tutto perché Ella possa trovarsi bene tra noi, e non abbia a rimpiangere troppo Ferrara. Su questo sagrato ogni anno la Madonna di San Luca, durante la sua permanenza in città, viene per benedire il popolo che qui accorre sollecito. Fin da ora preghiamo la Madre di Dio perché protegga ed accompagni lEcc.za Vostra ogni giorno della sua vita, mentre ci apprestiamo ad ascoltare il suo saluto e a ricevere la Sua prima benedizione.
Eccellenza carissima, Signor Sindaco, ho
ascoltato con profonda emozione le vostre parole. Mi riempie di
gioia intima il trovarmi nel cuore della città di Bologna, che
da questo momento diventa la mia città. Il fatto che siano un
fratello nellEpiscopato ed il Sindaco ad accogliermi; il
fatto che su questa piazza si affaccino il Tempio petroniano per
eccellenza e il Palazzo municipale, è un simbolo carico di
profondi significati. Luomo è abitante del tempo e delleternità;
è cittadino della città terrena e della città celeste. Unappartenenza
non esclude laltra. "Lungi dal distogliere gli
uomini dal compito di edificare il mondo", lappartenenza
alla città celeste "lungi dallincitarli a
disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto
a tutto ciò con un obbligo ancora più stringente" [cfr.
Cost. past. Gaudium et Spes 34,3; EV 1/1427]. Così come lappartenenza
alla città terrena non deve distogliere luomo dallinesausta
ricerca di una Vita non più insidiata dalla morte. Questa piazza
dice in un certo senso la verità intera sulluomo a questa
nobile città, che inventando listituzione universitaria ha
insegnato al mondo intero quella simultanea coniugazione di fede
e ragione che porta luomo alla contemplazione della verità
e alla pienezza della sua umanità. Non per caso dunque il nostro
incontro avviene in questa piazza, Signor Sindaco: lincontro
fra leletto del popolo bolognese e il servo di Cristo
venuto perché non cessi mai lannuncio del Vangelo a questo
popolo bolognese. La distinzione infatti fra le due Istituzioni
che rappresentiamo, non significa né comporta reciproca
estraneità o ignoranza, né ancor meno opposizione. I loro
rapporti, i nostri rapporti, al contrario, possono e devono dar
luogo ad un dialogo rispettoso ed aperto a tutti, portatore di
esperienze e di valori fecondi per il bene di questa città. Un
sano dialogo non fra concorrenti, ma fra interlocutori potrà
favorire lo sviluppo integrale della persona umana dentro ad una
comunità civile adeguata alla dignità di ogni uomo, senza
distinzione di razza e di religione. È precisamente questo il
"luogo" del nostro incontro vero, profondo, pur
rimanendo rigorosamente nellambito proprio a ciascuno: laffermazione,
la promozione e la difesa della dignità della persona umana.
Questa dignità, la cui percezione piena è il frutto della fede
cristiana, è anche la radice nascosta che nutre ogni vera civiltà.
Che deve nutrire sempre più la pacifica convivenza di questa
città, deturpata anche recentemente da azioni indegne delluomo
ed aliene completamente dalla sua anima.
Eccellenza carissima, Signor Sindaco, oggi voi mi accogliete in
una città unica per arte, storia e cultura. Il mio primo
augurio, loggetto costante della mia preghiera è che il
popolo bolognese possa sempre progredire nelle vie del benessere
spirituale e materiale, custodendo quella grande tradizione di
fede, di civiltà e di cultura che lhanno reso grande. O
amata città di Bologna! Vengo oggi a te per aiutare ogni tuo
abitante a contemplare e a vivere il mistero di Cristo, poiché
è stato il suo atto redentivo a ridare definitivamente alluomo
la dignità ed il senso della sua vita. Le tue dodici parte
richiamano la Gerusalemme celeste. Mi piace quindi rivolgerti il
primo saluto colle parole del Salmo: "sia pace a coloro che
ti amano; sia pace sulle tue mura; sicurezza nei tuoi baluardi".
Ogni giorno "chiederò per te il bene".
"Lo Spirito Santo ha posto i Vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistato con il suo sangue" (cfr Atti 20,28). La Chiesa di Bologna oggi è in festa, perché accoglie il suo nuovo Pastore, che lo Spirito Santo le ha assegnato, mediante il ministero di Giovanni Paolo II, che presiede nella carità tutte le Chiese. Ascolteremo tra poco la Lettera Apostolica, con la quale lArcivescovo Mons. Carlo Caffarra dal servizio alla Chiesa sorella di Ferrara-Comacchio viene assegnato al servizio episcopale della Chiesa di Bologna. Ringraziamo cordialmente il Santo Padre, che ha voluto provvedere con sollecitudine alla guida della nostra Chiesa, rimasta vacante dopo la conclusione del ministero del Card. Giacomo Biffi, che anche in questa occasione ricordiamo con gratitudine. Leggiamo nel Concilio che "i Vescovi reggono le Chiese particolari a loro affidate, come vicari e delegati di Cristo, col consiglio, la persuasione, lesempio, ma anche con lautorità e la sacra potestà, della quale però non si servono se non per edificare il proprio gregge nella verità e nella santità, ricordandosi che chi è il più grande si deve fare come il più piccolo, e colui che governa, come colui che serve" (L.G. 27). Eccellenza, i sacerdoti e i diaconi, i religiosi e le religiose, i fedeli tutti di questa santa Chiesa di Bologna laccolgono come linviato del Signore, che dovrà guidarli sulle vie del Regno dei cieli. Siamo pronti a seguirla e a collaborare, ognuno secondo il proprio compito; chiediamo la protezione della Madonna di San Luca e dei Santi Patroni su di Lei e sul ministero che oggi inizia tra noi, perché la nostra Chiesa cammini sempre nella comunione e nella fedeltà al Suo Signore. Salutiamo e ringraziamo tutti i fedeli che partecipano a questa Eucaristia, in particolare quanti Lhanno accompagnata dallArcidiocesi di Ferrara-Comacchio, mostrando ancora la loro gratitudine e il loro affetto. (seguono i saluti alle varie delegazioni, alle Autorità, ai concelebranti. Infine viene letta dal Camerlengo del Capitolo Metropolitano di San Pietro la Lettera Apostolica, con la quale il Papa Giovanni Paolo II ha nominato S.Ecc.za Mons. Carlo Caffarra Arcivescovo Metropolita di Bologna)
NDR Fra i Vescovi concelebranti non è presente il Card. Arcivescovo emerito di Bologna Giacomo Biffi, che ha seguito la cerimonia dalla sua nuova residenza, offrendo così, con questo gesto umile e discreto lintegrale attenzione del popolo al nuovo Arcivescovo.
Omelia nella S. Messa solenne di inizio del Ministero pastorale
di Sua Ecc. Mons. Carlo Caffarra
Questa città, questa Chiesa ha un legame speciale colla Madre di Dio, venerata sotto il titolo di Madonna di S. Luca. Il portico che ci conduce al suo Santuario sembra essere un cordone ombelicale attraverso cui la Madre di Dio nutre questa città nella vita soprannaturale. Lumile successore di S. Petronio si affida a Lei; affida a Lei i nostri sacerdoti, ad uno ad uno; affida a Lei ciascuno di voi. S. Madre di Dio, ti apparteniamo: rendici degni delle promesse di Cristo.