Il Magistero del Vescovo

IL CATECHISTA COME EDUCATORE

di Serena Polombito

"C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che fai tu, se Dio non è con lui." Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio." Gli disse Nicodemo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?" Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito." (Giov. 3, 1-6)"

Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito, dunque la persona, nata "carne", per diventare persona "spirituale", deve nascere una seconda volta dall’acqua e dallo Spirito, ovvero essere introdotta, attraverso il Battesimo, nell’universo del Regno di Dio. Quindi è lo Spirito Santo il primo, insostituibile educatore dell’uomo, ma poi Esso suscita in alcuni (i catechisti appunto), una vera e propria cooperazione alla Sua attività educativa … trattasi di una chiamata, che ha radici teologiche ed è sigillata dal mandato conferito dal Vescovo.

Non sono lievi le parole che il nostro Arcivescovo rivolge ai catechisti convenuti nel teatro dell’Antoniano, per il consueto annuale raduno, sono parole importanti che portano a meditare sull’impegno e la responsabilità che ognuno di noi si è preso, nel momento in cui ha accettato di farsi portavoce di Cristo. Come non sentirsi inadeguati?

Secondo il pensiero di Mons. Caffarra, lo Spirito ha rigenerato la creatura e l’ha introdotta nel Regno di Dio, ma poi spetta al catechista guidarla a conoscere la realtà di questo Regno. Questo è il suo compito specifico: guidare la vita umana che gli viene affidata all’incontro con Cristo, vivente nella Sua Chiesa, attraverso la preparazione ai Sacramenti e alla preghiera e la formazione morale alla carità e ai valori più importanti, affinché "la vita umana trovi nella proposta cristiana la pienezza del suo compimento."

Tramite "la catechesi, il catechista conduce il bambino (o il ragazzo o il giovane) dentro alla realtà, dentro alla vita, perché lo aiuta a vedere la realtà stessa nella luce della Rivelazione cristiana", … a sentire, a pensare secondo "gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" come dice l’Apostolo Paolo ai cristiani di Filippi e, più specificamente, precisa nella Prima lettera ai Corinti: l’uomo "naturale" non può comprendere le cose di Dio, (esse sono follia per lui), perché confida unicamente nella sua ragione, mentre l’uomo "spirituale" è capace di intenderle, perché guidato dalla sua ragione illuminata dallo Spirito Santo. L’educazione cristiana consiste in questo: introdurre nella realtà "uomini spirituali" per far sì che abbiano lo stesso "pensiero di Cristo".

"Questo è il compito arduo, ma di splendente gloria del catechista, che porta a termine quanto hanno iniziato "l’acqua e lo Spirito Santo" nel Santo Battesimo."

A questo punto, nessuna persona ragionevole potrebbe sentirsi all’altezza di svolgere un simile compito ed il buon senso consiglierebbe forse una strategica ritirata dalla prima linea, ma è il Vescovo stesso che previene questa tentazione ricordando a tutti i catechisti che nessuno è solo, anzi ognuno di noi può contare sul valido e prezioso appoggio della Chiesa tutta, anche se purtroppo è inevitabile incontrare difficoltà, soprattutto nella società odierna che osteggia e ridicolizza quasi tutti i principi cristiani.

A conforto e consolazione però, conclude il Vescovo: "Non dobbiamo mai dimenticare che "né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere"(1Cor. 3,7)"

Liberamente tratto dal discorso dell’Arcivescovo Mons. Caffarra al raduno dei catechisti il 3/10/04.