Quando la Chiesa si raduna

 

A cura di Maria Carla Papi

 

Evangelizzazione e promozione umana" nel 1976 a Roma, "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini" nel 1985 a Loreto, "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia" nel 1995 a Palermo.

Sono questi i tre convegni ecclesiali celebrati  dalla Chiesa italiana prima di quello di Verona – ottobre 2006 – sul tema "Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo".

Il primo Convegno si tenne a Roma dal 30 ottobre al 4 novembre 1976 sul tema "Evangelizzazione e promozione umana" e si collocava nel contesto del programma pastorale per gli anni '70 "Evangelizzazione e Sacramenti".

Dopo il Concilio Vaticano II che aveva rivoluzionato la Chiesa di quegli anni - un periodo storico nel quale tutto veniva rimesso in gioco – nacque l’esigenza di un Convegno ecclesiale per ascoltare e riordinare tutte le voci partendo dal basso.

Infatti, il primo Convegno fu preparato anche a livello di base dalle più diverse componenti della Chiesa italiana. Nel suo svolgimento ha ricalcato lo schema delle assemblee generali: i lavori furono aperti dalla prolusione del presidente della Cei il card. Antonio Poma, arcivescovo di Bologna, cui seguirono tre relazioni generali sul tema "Evangelizzazione e promozione umana in Italia: le Chiese locali si interrogano" (G.Nervo, P.Gaiotti, A.Ardigò); "Tensioni e speranze della società italiana oggi" (G.De Rita); "Esigenze e prospettive dell'evangelizzazione nella società di oggi" (mons. F.Franceschi).

A queste fecero seguito quattro comunicazioni e una tavola rotonda, mentre le fasi finali furono occupate dalle conclusioni delle dieci commissioni che analizzarono "l'evangelizzazione e la promozione umana" in ordine al mondo del lavoro, alla catechesi, alla liturgia, alla cultura, alla famiglia, alla donna, all'impegno politico dei cattolici, agli emarginati e alle strutture pastorali della Chiesa. Attuale è l’argomentazione su cui si è svolta l prima prolusione di Paolo VI al Convegno che, fra l’altro, disse:

 

«La Chiesa credente è Madre e Maestra, e con la dottrina del Concilio ci conferma e ci ammonisce che quanti siamo suoi figli dobbiamo essere fieri del nome cristiano, e testimoni di quanto questo nome significa e ci insegna (Cfr. Lumen Gentium, 33). La perenne attualità del Vangelo si afferma oggi così!»

 

Alla "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini" venne dedicata la seconda assise della Chiesa italiana che si svolse a Loreto dal 9 al 13 aprile 1985. Le relazioni principali furono affidate al teologo Bruno Forte "Il cammino della Chiesa in Italia dopo il Concilio", al filosofo Armando Rigobello "Il volto della società italiana" e all'arcivescovo di Palermo card. Salvatore Pappalardo "Prospettive per il cammino delle Chiese in Italia".

 

Cinque furono gli ambiti di lavoro: "La coscienza personale: luogo primario della riconciliazione"; "Mediazioni educative e riconciliazione", "La riconciliazione nella Chiesa"; "Il ministero della riconciliazione"; "La Chiesa ed il Paese in un cammino di riconciliazione".

Sul convegno si registrarono tre interventi programmatici del Papa: il primo è contenuto nella lettera del 1° maggio 1984 all'assemblea Cei: i vescovi vengono invitati a dare spazio a "ogni espressione delle molteplici realtà ecclesiali in sintonia con le legittime autorità".

Il secondo, del 25 ottobre 1984, fissava gli ambiti, poi ripresi a Loreto: la riconciliazione nella vita personale, nella famiglia, nella comunità ecclesiale e nella Chiesa rispetto al Paese. Gli interventi di Giovanni Paolo II segnarono una svolta per la Chiesa italiana nel nome di una rinnovata presenza dei cattolici nella società, nella chiarezza della loro identità e nella consapevolezza della loro missione.

 

Il convegno di Palermo (20-24 novembre 1995), il terzo della serie, si sviluppò attorno al tema "Il Vangelo della Carità per una nuova società in Italia". I lavori, cui parteciparono 2.335 tra delegati delle diocesi e invitati, si concentrarono attorno agli ambiti della cultura e comunicazione sociale, dell'impegno sociale e politico, dell'amore preferenziale per i poveri, della famiglia e dei giovani.

Due soltanto le relazioni, quella del teologo Piero Coda sugli aspetti pastorali e del sociologo Franco Garelli sulla religiosità degli italiani come risultava da sondaggi condotti in quel periodo.

Entrambi sottolinearono l'esigenza di una Chiesa più attenta alla dimensione della spiritualità e più estroversa verso il mondo. Il Papa, nel suo intervento del 23 novembre, evidenziò la necessità di passare da una pastorale di conservazione dell'esistente a una missionaria.

Da Palermo scaturì il progetto culturale orientato in senso cristiano.

In uno scenario politico profondamente mutato – allora definito come il passaggio dalla "prima" alla "seconda Repubblica" – da Palermo viene una parola chiara sulla presenza politica dei cattolici dopo la fine della Dc. La pronuncia ancora il Papa: "La Chiesa – afferma – non deve e non intende coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito". Il pluralismo politico dei cristiani è dunque legittimo, ma esso "non ha nulla a che fare con una diaspora culturale dei cattolici".

 

Il credente, infatti, non può "ritenere ogni idea o visione del mondo compatibile con la fede", né aderire a "forze politiche e sociali che si oppongano, o non prestino sufficiente attenzione, ai principi della dottrina sociale della Chiesa sulla persona e sul rispetto della vita umana, sulla famiglia, sulla libertà scolastica, la solidarietà, la promozione della giustizia e della pace". Nasce così la proposta di creare luoghi d'incontro per i cattolici impegnati in politica, allo scopo di incrementare il dialogo e di trovare linee di convergenza e obiettivi comuni. È un aspetto di quel "discernimento comunitario" che resta una delle indicazioni più forti del Convegno per gli anni seguenti.

 

Il IV convegno nazionale della Chiesa italiana a Verona, rispecchia - come detto dal segretario generale della Cei mons. Giuseppe Betori, la natura della "missione del cristiano nella storia" che si esprime "nei termini della testimonianza".

Non solo "esemplarità di vita cristiana", ma anche "comunicazione di Cristo, verità che fa liberi". Due le linee tematiche individuate: "Quella che insiste sul profilo pastorale", e una seconda, attenta "alla laicità sul versante di una vita cristiana" nella quale "la testimonianza del Vangelo" sia "capace di fare sintesi tra coscienza, libertà e storia".

Come si può vedere, è stretto il legame che unisce le quattro grandi consultazioni. Tappe di un cammino che, vieppiù si manifestano a chi vorrà rileggere i documenti scaturiti. Nulla nella Chiesa è vecchio od obsoleto: tutto ha una storia e una conseguenza logica, al passo con i tempi e con la storia, ma questo tutto si nutre per mezzo di radici antiche e profonde Chi vuole consultare i diversi documenti, può andare sul sito www.vatican.va, poiché - è comunque opportuno specificare - che vanno considerati "magistero" ecclesiale solo i documenti conclusivi, emanati dagli organismi della Cei, che costituiscono l'interpretazione autorevole dei Convegni stessi da parte dei vescovi italiani.