I
MIRACOLI EUCARISTICI
di
Massimo Craboledda
Nella cittadina francese di Paray Le Monial, famosa per le
rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque,
cè una carta geografica con lindicazione di 132
luoghi, sparsi nel mondo, dove, nel corso dei secoli, si sono
verificati miracoli eucaristici: eventi prodigiosi, spesso poco
conosciuti, tramite i quali il Signore ha voluto confermare e
rafforzare la nostra fede nella Sua presenza reale nel pane e nel
vino consacrati.
In questo mese di Ottobre si conclude lanno
dellEucaristia, indetto da Giovanni Paolo II come tempo
privilegiato per la meditazione, la conoscenza, ladorazione
del Santissimo Sacramento. Tuttavia, lassoluta centralità
che tale Sacramento riveste nella vita della Chiesa (
Lattacco allEucaristia è una costante per i nemici
della Chiesa. Se le negazioni del razionalismo illuminista e del
materialismo, pur nefaste, sono prevedibili, più pericolose si
sono rivelate le eresie che, in ambito cristiano, hanno minato la
verità teologica del Sacramento, in particolare quella
protestante. Mentre la posizione di Lutero fu ondivaga, altri
seguaci della riforma, quali Zwingli ed Ecolampadio, non ebbero
timore di affermare che nellEucaristia non cè né
miracolo né mistero, ma soltanto un simbolo, suscitato dalla
fede e destinato a rianimare la fede stessa. Per essi il pane
spezzato rappresenta (non è) il corpo
di Cristo ed il vino simboleggia (non è)
il Suo Sangue. Altri, come Melantone, ammettevano la presenza
reale del Cristo nellEucaristia soltanto al momento della
comunione, sostenendo che la promessa di Gesù di rendersi
presente sotto le Sacre Specie non si indirizza al pane ma
alluomo e, perciò, il Corpo del Signore devessere
nel pane solo al momento in cui luomo lo riceve.
Una congerie confusa di errori ed eresie alle quali rispose, con
assoluta chiarezza e precisione, il Concilio di Trento (1545-1563),
levento, forse, più importante nella storia della Chiesa
per la puntualizzazione della verità di fede
sullEucaristia e per la riorganizzazione della vita
liturgica attorno al Santissimo Sacramento. In quella sede si è
definito testualmente: Se qualcuno nega che nel Sacramento
della Santissima Eucaristia siano contenuti veramente, realmente
e sostanzialmente (vere, realiter et substantialiter)
il Corpo ed il Sangue insieme allanima e alla divinità di
Nostro Signore Gesù Cristio e, per conseguenza, il Cristo tutto
intero (totum Christum) ma pretende che essi
vi siano soltanto in segno o in figura o nella loro efficacia,
sia anàtema. Si afferma, dunque, la presenza reale del
Cristo nellEucaristia e lintegrità di tale presenza,
ovvero la pienezza della presenza, sotto le specie consacrate,
della natura divina e di quella umana, unite nellunica
persona del Verbo. È una presenza reale e non un segno, una
presenza sostanziale e non il simbolo di una presenza.
Il primo, grande miracolo eucaristico è, quindi, quello che si
compie ogni giorno sullaltare delle nostre chiese. Nel
momento della consacrazione avviene la transustanziazione: tutta
la sostanza del pane si trasforma nella sostanza del Corpo di
Cristo e tutta la sostanza del vino si trasforma in quella del
Suo Sangue e tali resteranno finché le Specie non saranno
sostanzialmente alterate. Questo miracolo ci è divenuto così
familiare che rischiamo di non accorgerci più del suo immenso
potenziale di grazia e di amore. Lo si vede dalla fretta, dalla
distrazione, da quanta fatica facciamo a sostare, ad adorare, a
ringraziare. Certo, è un Mistero che dobbiamo accettare per pura
fede, senza nulla vedere, sullautorità del Signore. E i
dubbi sono cominciati nel momento stesso in cui Gesù lo
annunciò nella sinagoga di Cafarnao: Questo linguaggio
è duro; chi può intenderlo? (Gv 6,60), dissero molti
discepoli, decidendo di abbandonare il Maestro. Ma chi crede, chi
si abbandona con fiducia alla Parola del Signore sperimenta
presto nel suo spirito la potenza del dono di Dio. Non
ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?
dice Gesù a Marta in lacrime per la morte del fratello Lazzaro.
La fede è indispensabile per accettare i miracoli. Il miracolo
può, sì, accendere la fede, ma solo se il cuore è aperto, la
mente non appesantita dallorgoglio, la volontà libera da
pregiudizi e tesa alla verità. Altrimenti, come dice
A noi non resta che innalzare un inno di lode e di ringraziamento
al Signore per questi aiuti straordinari, luminosa conferma della
fede della Chiesa.