Carissimi Parrocchiani …

Il mese di Settembre chiude definitivamente il periodo delle ferie, perciò nella nostra Comunità, come in tante altre, si comincia a tracciare le linee sulle quali impostare il lavoro spirituale dell'anno di attività parrocchiale che sta per iniziare.

Oltre a questo impegno di organizzazione, molto importante, siamo tutti chiamati a vivere una celebrazione tradizionale meravigliosa: le Quarantore.

Come ogni anno, spero che queste giornate dedicate alla preghiera e all’adorazione del Santissimo Sacramento siano una forte sollecitazione spirituale per tutti coloro che vogliano ricominciare … "con il piede giusto"!

Le Quarantore-.

Le Quarantore si svolgono, come di consuetudine, nel corso di tre giorni durante i quali tutti i fedeli pregando e meditando – sia comunitariamente che individualmente - davanti a Gesù Eucaristia solennemente esposto, possono nutrire e corroborare la volontà per imparare ad accettare e vivere, con rinnovata energia, tutto ciò che il Signore nel suo immenso amore proporrà a ciascuno nel cammino verso la santità.

Inoltre, poiché quest’anno ricorre il 45° della Parrocchia (una specie di mezzo addobbo!) con le Quarantore, sarà opportuno pregare e ringraziare il Signore per questo dono alla Comunità e perché non venga disperso nulla del lavoro spirituale fatto sin qui.

È per me un anniversario indimenticabile e… perché no?, anche commovente avendo cambiato totalmente la mia vita!

Quarantacinque anni fa, una sera di agosto durante l’ora di cena, mi chiamò al telefono mons. Gilberto Baroni - allora vescovo ausiliare –il quale mi disse: "Quando vieni a Bologna passa da me che ho bisogno" e non aggiunse altro.

Il giorno dopo, fuori orario, mi ricevette nel suo studio ed esordì chiedendomi: "Sai quando è la festa di san Gioaccchino?" Pensando che mi chiedesse di andare a fare il panegirico del Santo da qualche parte, risposi: "il 16 Agosto, Eccellenza". Allora Mons. Baroni soggiunse: "Domenica scorsa nelle Parrocchie della Sacra Famiglia del Meloncello e di S. Martino di Casalecchio è stata letta la bolla di erezione della Parrocchia di San Gioacchino, tu ne sei il parroco, ti benedico, ciao Carlo e acqua in bocca!"

Ripresi la bicicletta e con una pedalata lenta, come se stessi scalando ancora una volta le rampe del Passo Pordoi o del Passo Sella, mi avviai verso casa.

Il pensiero di formare una comunità parrocchiale mi procurava un profondo smarrimento più che la costruzione degli edifici, perché a san Gabriele mi ero già cimentato costruendo una parte della canonica, solo con l'aiuto della mamma che mi preparava la calce e pochi mattoni per volta, ma pensavo: "ci metterò del tempo, ma ci riuscirò."

Sono trascorsi 45 anni da quella memorabile telefonata e gli edifici indispensabili per una Comunità ci sono; inoltre abbiamo anche un bel teatro e 600 mq di superficie coperta, che potrebbe diventare palestra o sala polivalente. Ci sono anche tre mila metri di terreno che - se un generoso DONATORE volesse salvarsi l'anima e finanziasse il progetto - potrebbero essere trasformati in piccoli appartamentini con un minuscolo giardino davanti per ospitare persone anziane della Comunità onde evitare che alcuni dei fratelli bisognosi siano costretti a migrare in lontane case di riposo.

Senza ombra di dubbio è proprio il caso di dire "sogni nel cassetto!

Però, con tutta sincerità, posso affermare che da anni nella mia mente sono presenti queste idee, anche se non ne ho mai parlato espressamente.

Tuttavia anche se rimarranno un sogno, sono felice di averlo accarezzato.

E la Comunità? È il caso di rispondere con un verso di manzoniana memoria: "Ai posteri l'ardua sentenza."

È mia ferma convinzione, per ciò che è stato costruito nel settore edilizio e in quello ben più importante della crescita della Comunità, che sia bello, anzi, doveroso cogliere l'occasione di questo anniversario per ringraziare il Signore dei grandi doni che ci ha elargito in questi anni di vita parrocchiale.

E mentre eleviamo il doveroso inno di ringraziamento, è bene ripetere con forza: "Andiamo avanti!"