La parola scienza è attribuita a
svariati tipi di conoscenze, partendo dal significato più antico,
e generico, di accumulo del sapere, fino alla rigorosa
definizione di scienza galileiana. Si parla di scienza pura e di quella
applicata, di scienze esatte, matematiche, chimiche, fisiche,
naturali, di scienze umanistiche e linguistiche, di scienze
morali e teologiche, ma anche di scienze occulte, magiche,
astrologiche e spiritiche.
E non tutte, ovviamente, affondano le loro
radici nella scienza galileiana, alcune sono conoscenze costruite
in un determinato settore nel corso del tempo e organizzate
secondo criteri logici, altre ancora sembrano avere poco a che
fare con la scienza.
Ma dalla prima parte del XVII secolo,
dalla svolta impressa da Galilei, la scienza divenne qualche cosa
di diverso da una conoscenza, anche se ragionata ed organizzata.
Il nuovo metodo matematico-sperimentale,
lo stesso seguito ancora oggi, interroga i fenomeni della realtà
e, con losservazione, il ragionamento, il rigore
matematico e gli esperimenti riproducibili, conduce alle
leggi universali che governano la natura.
Per costruire le certezze della scienza galileiana
non bastano quindi le parole.
Galilei ridestò luomo
dallaccettazione passiva dellantica fisica
aristotelica e ricercò le impronte del Creatore sulla
Terra, nelle pietre.
Le stelle, lontane e irraggiungibili,
erano state fino ad allora le sole depositarie delle verità
fondamentali. Il cielo, e una Terra immobile,
posta al centro di un universo sferico, erano due
mondi separati e diversi, luno culla dellimmutabilità,
laltro del cambiamento.
La scienza antica raccontava che i
gravi, i corpi pesanti, tornavano sempre verso il suolo, e che i
corpi leggeri ricercavano il loro spazio naturale al di sopra
della Terra.
Lacqua stava sopra la terra,
laria sopra lacqua, il fuoco sopra laria.
Una pietra si diceva - non ricade
sempre al suolo? Laria non gorgoglia fuori dallacqua?
E il fuoco non fugge verso lalto, sopra laria?
Si riteneva, perciò, che il moto naturale
di un corpo lo portasse a riunirsi con il proprio simile e
a fuggire dal suo dissimile.
Galilei studiò il moto dei corpi,
raggiungendo risultati che favorivano il sistema copernicano ed
indicavano la strada per sviluppare la meccanica celeste.
Convinto
che le sue scoperte astronomiche potessero essere spiegate con la
teoria eliocentrica di Copernico, ne scriveva, nel 1610, nelle
prime pagine del Sidereus Nuncius, come se fosse provata e
accettata:
Ma
quel che di gran lunga supera ogni meraviglia, e principalmente
ci spinge a renderne avvertiti tutti gli astronomi e filosofi, è
lavere scoperto quattro astri erranti, da nessuno, prima di
noi, conosciuti né osservati, che, a somiglianza di Venere e
Mercurio intorno al Sole, hanno le loro rivoluzioni attorno a un
certo astro cospicuo tra i conosciuti
Ma
la teoria di Copernico, con il Sole immobile al centro
delluniverso e i pianeti che gli ruotavano intorno, era
considerata unipotesi, ed era vista con un certo sospetto
dalla cultura aristotelica e cattolica del tempo perché
contraddiceva alcuni passi della Bibbia 1.
Galilei,
in una delle quattro Lettere copernicane, scritte
dal 1613 al 1615, affrontò il problema senza compromessi: Io
credo che i processi naturali, che o percepiamo attraverso
attente osservazioni o deduciamo da dimostrazioni coerenti, non
possano essere confutati da brani della Bibbia.2
Galilei
scrisse anche che la scienza e la fede non sono in opposizione,
che si può credere in Dio e nello stesso tempo essere convinti
che
Le
verità della Bibbia, espresse con le parole, si riferiscono al
trascendente e sono di competenza della teologia; il libro della
natura si riferisce allimmanente, è di competenza della
scienza, che legge le stesse verità scritte con il linguaggio
matematico.
Il Santo
Uffizio, presieduto dal cardinale Bellarmino, lo stesso del
processo a Giordano Bruno, nel 1616 censurò leliocentrismo
copernicano.
Erano
passati settanta sette anni dalla pubblicazione della teoria di Nicolaus
Kopernick, ma Galilei laveva messa in evidenza solo in
quegli anni.
È
del 1633 limposizione a Galilei di abiurare le idee
copernicane.
Nel
Palazzo del Quirinale a Roma, sede del tribunale
dellinquisizione, il 22 giugno, Galilei pronunciò ad alta
voce:
Io
Galileo, figlio di Vincenzo Galilei di Fiorenza, delletà
di settanta anni, costituito personalmente in giudizio, e
inginocchiato innanzi a Voi Reverendissimi Padri ed
Eccellentissimi Cardinali, avendo innanzi agli occhi li
sacrosanti Vangeli, che ora tocco con le mani, giuro di avere
sempre creduto quanto insegna
Cinque
anni dopo, nel 1638, avrebbe pubblicato a Leida in Germania, i Discorsi
e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti
alla meccanica e ai moti locali , il capolavoro che
raccoglieva quarantanni di studi sulla statica e sulla
dinamica, ed esponeva il suo metodo scientifico-matematico di
ricerca. Galilei aveva indicato come cadono i corpi, e Newton avrebbe
spiegato perché cadono.
Keplero
aveva dimostrato come si muovono i pianeti intorno al Sole, e
Newton avrebbe trovato perché tutti i corpi celesti si
muovono.
La superstizione del popolo, più
che lopposizione della Chiesa, ritardò lo sviluppo delle
scienze. La censura sulle pubblicazioni non divenne un vero e
proprio impedimento fino alla Controriforma che seguì al
Concilio di Trento, dal
Galilei sarebbe nato diciannove anni dopo
questa data, proprio in un periodo in cui
Nellesaminare
questi avvenimenti, vanno tenute presenti alcune considerazioni.
La
diffusione della teoria copernicana, spinta da Galilei, avvenne
nellarco di una trentina danni, il tempo di una
generazione. E la teoria aristotelico-tolemaica durava da mille e
ottocento anni e aveva permeato tutta la cultura .
Sono
ancora presenti nel nostro linguaggio corrente, dopo più
di quattrocento anni, espressioni che si rifanno ai cieli,
alle sfere celesti, e alla loro perfezione.
Inoltre,
per quanto solo in parte corrispondente alla realtà, la
rivoluzione copernicana scompigliava una visione del mondo che,
avendo messo
In
qualsiasi epoca, serve tempo alla mente umana per accettare
cambiamenti così radicali.
Dio
portò il popolo dIsraele fuori dallEgitto, ma lo
lasciò nel Sinai per quarantanni, il tempo che si formasse
una nuova generazione non condizionata dai limiti della
schiavitù, e con una mentalità adatta ad operare scelte di vita
diverse rispetto al passato.
Da
scienziato, Galilei aveva sperato che fosse riconosciuta
lindipendenza della scienza, ma non si era mai messo
contro
Lintento dello Spirito
Santo, nellispirare
Pascal,
pochi anni dopo questi fatti, scriverà: La fede è un dono
di Dio. Non crediate che diciamo che è un dono del ragionamento
. 4 È la scienza che viene dal ragionamento.
Giovanni
Paolo II, nel 1979, dirà che Scienza e fede sono
entrambe doni di Dio.
E
aggiungerà anche che la scienza ha radici nel mondo, ma porta
luomo verso Dio.
1 Giosué, 10,12-13; Ecclesiaste,
1,4 - 2 Will Durant, storico americano, Storia della civiltà, Mondadori,
, vol. VII, pag. 820; vol. V, pag. 636 - 3 Luciano De
Crescenzo, Storia della filosofia moderna, Mondadori, 2003, pag.
154 - 4 Blaise Pascal, matematico e filosofo francese (1623-1662),
Pensieri, Mondadori, 1968, pag.115, pensiero numero 142