IL
GIORNO DELLA DIVINA MISERICORDIA
A
cura di Maria Carla Papi
Giovanni Paolo II,
del quale in questo mese ricorre il secondo anno dalla morte, è
tornato alla Casa del Padre il sabato sera, alla vigilia della
Domenica dedicata alla Divina Misericordia (detta anticamente In
Albis).
Successivamente,
Benedetto XVI, a ricordo di quanto fatto dal suo predecessore, ha
raccontato come nacque lispirazione di Papa Giovanni Paolo.
Benedetto XVI è
partito dalla riflessione sul racconto nel Vangelo di Giovanni
del Cristo Risorto, che appare ai discepoli chiusi nel Cenacolo
il primo giorno dopo il sabato e che si
mostrò loro nello stesso luogo otto giorni dopo,
a voler indicare fin dallinizio quel ritmo settimanale che
Levangelista
fa memoria dei segni della crocefissione, ben visibili e
tangibili nel corpo glorioso di Cristo.
Quelle
sacre piaghe, nelle mani, nei piedi e nel costato, sono sorgente
inesauribile di fede, di speranza e damore a cui ognuno
può attingere, specialmente le anime più assetate della divina
misericordia.
Da qui nacque
lispirazione di Giovanni Paolo II che dice Benedetto
XVI - valorizzando lesperienza spirituale di
un umile suora Santa Faustina Kowalska volle che
Disse allora
Giovanni Paolo II Quanto bisogno di misericordia di Dio
ha il mondo di oggi!, evidenziando -
ha osservato Benedetto XVI - che il culto della
misericordia divina non è una devozione secondaria, ma
dimensione integrante della fede e della preghiera del
cristiano.
PENITENZIERIA
APOSTOLICA
DECRETO
Si
annettono Indulgenze ad atti di culto compiuti in onore
della Divina Misericordia
"La tua misericordia, o Dio, non conosce limiti e
infinito è il tesoro della tua bontà..." (Orazione dopo
l'Inno "Te Deum") e "O Dio, che riveli la tua
onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono..."
(Orazione della Domenica XXVI del Tempo Ordinario),
umilmente e fedelmente canta
I
fedeli con intimo affetto dell'animo sono da ciò attratti a
commemorare i misteri del perdono divino ed a celebrarli piamente,
e comprendono chiaramente la somma convenienza, anzi la doverosità
che il Popolo di Dio lodi con particolari formule di preghiera
Invero
Perciò
con provvida sensibilità pastorale il Sommo Pontefice Giovanni
Paolo II, per imprimere profondamente nell'animo dei fedeli
questi precetti ed insegnamenti della fede cristiana, mosso dalla
dolce considerazione del Padre delle Misericordie, ha voluto che
la seconda Domenica di Pasqua fosse dedicata a ricordare con
speciale devozione questi doni della grazia, attribuendo a tale
Domenica la denominazione di "Domenica della Divina
Misericordia" (Congr. per il Culto Divino e
Il
Vangelo della seconda Domenica di Pasqua narra le cose mirabili
compiute da Cristo Signore il giorno stesso della Risurrezione
nella prima apparizione pubblica: "La sera di quello
stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei
Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse:
"Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il
costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse
loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato
me, anch'io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di
loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi
rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete,
resteranno non rimessi"" (Gv 20, 19-23).
Per
far sì che i fedeli vivano con intensa pietà questa
celebrazione, lo stesso Sommo Pontefice ha stabilito che la predetta
Domenica sia arricchita dell'Indulgenza Plenaria, come più
sotto sarà indicato, affinché i fedeli possano ricevere più
largamente il dono della consolazione dello Spirito Santo e così
alimentare una crescente carità verso Dio e verso il prossimo, e,
ottenuto essi stessi il perdono di Dio, siano a loro volta
indotti a perdonare prontamente i fratelli.
Così
i fedeli osserveranno più perfettamente lo spirito del Vangelo,
accogliendo in sé il rinnovamento illustrato e introdotto dal
Concilio Ecumenico Vaticano II: "I cristiani,
ricordando le parole del Signore: "da questo tutti
sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per
gli altri" (Gv 13, 35), niente possono desiderare
più ardentemente che servire con sempre maggiore generosità ed
efficacia gli uomini del mondo contemporaneo... Il Padre vuole
che noi riconosciamo ed efficacemente amiamo in tutti gli uomini
Cristo fratello, tanto con la parola che con l'azione" (Cost.
past. Gaudium
et spes, 93).
Il
Sommo Pontefice pertanto, animato da ardente desiderio di
favorire al massimo nel popolo cristiano questi sensi di pietà
verso
Si
concede l'Indulgenza plenaria alle consuete
condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e
preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice) al fedele che
nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della "Divina
Misericordia", in qualunque chiesa o oratorio, con l'animo
totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato, anche
veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della
Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del SS.mo
Sacramento dell'Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel
tabernacolo, il Padre Nostro e il
Credo, con l'aggiunta di una pia invocazione al
Signore Gesù Misericordioso (p. e. "Gesù
Misericordioso, confido in Te").
Si
concede l'Indulgenza parziale al fedele che, almeno con
cuore contrito, elevi al Signore Gesù Misericordioso una delle
pie invocazioni legittimamente approvate.
Inoltre
i naviganti, che compiono il loro dovere nell'immensa distesa del
mare; gli innumerevoli fratelli, che i disastri della guerra, le
vicende politiche, l'inclemenza dei luoghi ed altre cause del
genere, hanno allontanato dal suolo patrio; gli infermi e coloro
che li assistono e tutti coloro che per giusta causa non possono
abbandonare la casa o svolgono un'attività non differibile a
vantaggio della comunità, potranno conseguire l'Indulgenza
plenaria nella Domenica della Divina Misericordia, se con
totale detestazione di qualunque peccato, come è stato detto
sopra, e con l'intenzione di osservare, non appena sarà
possibile, le tre consuete condizioni, reciteranno, di fronte ad
una pia immagine di Nostro Signore Gesù Misericordioso, il
Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia
invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. "Gesù
Misericordioso, confido in Te").
Se
neanche questo si potesse fare, in quel medesimo giorno potranno
ottenere l'Indulgenza plenaria quanti si uniranno con l'intenzione
dell'animo a coloro che praticano nel modo ordinario l'opera
prescritta per l'Indulgenza e offriranno a Dio Misericordioso una
preghiera e insieme le sofferenze delle loro infermità e gli
incomodi della propria vita, avendo anch'essi il proposito di
adempiere non appena possibile le tre condizioni prescritte per l'acquisto
dell'Indulgenza plenaria.
I
sacerdoti, che svolgono il ministero pastorale, soprattutto i
parroci, informino nel modo più conveniente i loro fedeli di
questa salutare disposizione della Chiesa, si prestino con animo
pronto e generoso ad ascoltare le loro confessioni, e nella
Domenica della Divina Misericordia, dopo la celebrazione della
Santa Messa o dei Vespri, o durante un pio esercizio in onore
della Divina Misericordia, guidino, con la dignità propria del
rito, la recita delle preghiere qui sopra indicate; infine,
essendo "Beati i misericordiosi, perché troveranno
misericordia" (Mt 5, 7), nell'impartire la catechesi
spingano soavemente i fedeli a praticare con ogni possibile
frequenza opere di carità o di misericordia, seguendo l'esempio
e il mandato di Cristo Gesù, come è indicato nella seconda
concessione generale dell'"Enchiridion Indulgentiarum".
Il
presente Decreto ha vigore perpetuo. Nonostante qualunque
contraria disposizione.
Roma,
dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 29 giugno 2002,
nella solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo 2002.