Il giorno dopo Nassiriyah
di Francesca Citassi
Il giorno 15 aprile 2003 il Ministro degli Esteri Frattini alla Camera: "la missione in Iraq ha scopo emergenziale ed umanitario". Così recita larticolo 1 del decreto di finanziamento del 10 luglio 2003 "missione umanitaria e di ricostruzione in Iraq" che stabilisce per la missione stessa 21milioni e 554mila Euro. Per il contingente militare stabilito per la sicurezza della missione sono stanziati 232milioni e 451 Euro (un rapporto di 1 a 10). Dei 3000 militari inviati, 27 operano in difesa dellospedale da campo (circa un centesimo). Da documentazione del Ministero della Difesa "Il contingente terrestre ha la responsabilità di un settore nella regione militare dellIraq, nellambito della divisione di comando inglese", uno degli stati che ha invaso il territorio iracheno. Il Ministro Martino ha dichiarato che sarebbe stato applicato il Codice Penale Militare di Guerra. Le regole dingaggio, cioè le modalità di comportamento dei militari, sono comuni e concordate con tutti i contingenti della coalizione, ma sono mantenute segrete (in genere sono pubbliche), gli Stati Uniti non le hanno mai rese note. Ancora il Ministro Martino in una intervista alla Stampa di Torino: "LIraq è un paese tranquillo, gli Italiani si trovano in una zona non particolarmente pericolosa". Una missione di intervento umanitario si delinea giuridicamente come uso della forza in caso di massicce violazioni dei diritti umani, documentate, che non erano il casus belli nel caso in esame. Qualsiasi operazione al di fuori di questo quadro è illegale. Le missioni di Peace Keeping- mantenimento della pace- hanno due conditio sine qua non: il cessate il fuoco in Iraq non cera e non cè- e il consenso delle parti- cioè la richiesta dintervento da parte del governo in carica.
I colleghi militari che fanno missioni a scopo umanitario sono in genere giovani, partecipano a corsi di ricostruzione post-bellica, diritti umani e interventi umanitari pagandoli di tasca loro, utilizzando le loro ferie e sopportano borbotti e rimbrotti dei superiori che li preferiscono in caserma a svolgere mansioni di routine. Lesercito italiano è il terzo al mondo per interventi a scopo umanitario. I fondi per la Cooperazione Internazionale italiana sono stati notevolmente ridotti dal settembre 2001 e per il 2004 il Ministero del Tesoro ha annunciato un ulteriore taglio del 40%. Per ogni militare morto in operazione umanitaria muoiono 7 civili.
Di questa operazione in Iraq ne risponderemo davanti a Dio e alla Storia. Non solo a Natale, posto che ce ne ricordiamo, continuano ad esserci poveri e diseredati per i quali Natale non viene mai, ma gli operatori umanitari, civili e militari, ci sono tutto lanno da tanti anni, non solo quando vengono rapiti, feriti o uccisi. Chi vive in condizioni disagiate e chi di loro si occupa merita le nostre attenzioni, tempo e risorse solo quando assurgono agli spalti delle cronache? Il bilancio è di 19 morti, di cui 2 civili e 20 feriti italiani, 10 morti e 87 feriti iracheni. Per queste persone e tutte le altre non cè Natale, ma grandi sofferenze superate solo dallimpegno, condizioni inumane e scelte di vita profonde, tutti i giorni dellanno fanno Natale, perché ricominciano ogni mattina cercando di vivere e di far vivere con dignità. Al di là delle sempre vane, pompose e un po strumentali parole dei decreti e dei discorsi politici di prammatica ogni persona, civile o militare, che opera sul campo credendo sinceramente di lavorare per dare una vita migliore merita il rispetto e limpegno di tutti, sempre, anche quando non è Natale.
Allora potremo dire "Buon Natale" con coerenza.