LA GIOIOSA E CHIASSOSA COMPAGNIA
di Serena Polombito
Le vacanze di Natale stanno per finire e, a Rossana, la mia nipotina più grande, che abita a Monzuno, è stato concesso di passare gli ultimi giorni a Bologna, prima a casa dalla nonna, ora da me. E la vigilia dellEpifania e si respira unaria vagamente misteriosa, fatta di ansia, attesa e forse di un indefinito timore.
"Zia, questa notte viene la Befana?"
"Penso di sì"
"Ma, la mia calza la porta a casa dalla mamma o qui?"
"Questo non lo so, bisogna vedere se si è accorta che tu sei qui, la Befana sa tante cose, però sai
è molto vecchia .."
"Però se quando guarda dentro dalla finestra, vede nel letto una testa piccolina, capisce che io sono
qui."
"Può darsi, domattina vedremo."
"Zia, ma da dove passa, se tu non hai il camino?" (a casa di Rossana il camino cè)
"Non so da dove passi, ma so che riesce ad entrare, perché è sempre venuta, forse ha una chiave
magica, per le porte delle case senza camino; adesso dormi però, perché se la befana sente che
siamo svegli non viene.
"Ciao Zia, buona notte."
"Ciao coccolina, buona notte" Il tempo di un bacio e di una carezza e in pochi minuti dorme beata. La mattina è la curiosità a svegliarla e si alza dicendo:
"Guardiamo ai piedi del letto ..non cè niente! Guardiamo sotto lalbero di Natale .niente! Sì,
Zia, cè un sacco in cucina, vieni a vedere!"
E un sacco grande, di grossa carta marrone, pieno di tanti altri sacchettini, legati un po male con della corda .è vecchia la Befana, fa fatica anche a stringere un nodo, le sue dita indurite dagli anni e dal freddo non hanno molta forza .chissà come è stanca alla fine del suo lunghissimo volo a cavallo della scopa.
Ci sono piccole cose per tutti, anche per i fratellini, allora bisogna telefonare alla mamma per dirglielo e così si scopre che la Befana ha portato qualcosa per tutti, un po a casa della mamma e un po a casa della nonna, che sorpresa! Dunque bisogna trovarsi tutti insieme, per sapere e vedere ognuno cosha ricevuto. Rossana è eccitata:
"Zia, a che ora arrivano?"
"Presto, ma devi avere un po di pazienza!"
E difficilissimo per un bambino avere pazienza, per lui il concetto di tempo è ancora molto vago, esiste solo il presente e lattesa di qualcosa che desidera diventa quasi insopportabile; ma finalmente arrivano tutti, altri zii con la loro bimba piccolissima che sa soltanto offrire sorrisi e vagiti, il papà, la mamma, i nonni siamo in tanti e cè tanta gioia, tanta allegria, forse anche tanto chiasso, ma non ce ne accorgiamo. Solo quando poi, la sera, ognuno rientra a casa propria, e inevitabilmente si ripensa alla giornata vissuta, allora ci rendiamo conto, noi grandi, che risate, grida, qualche pianto, un capriccio e uno strillo, ci hanno anche stancato un po, ma il calore che ci pervade ci dice che ne è valsa la pena.
LEpifania tutte le feste si porta via e così il giorno dopo, i bimbi ritornano a scuola o allasilo e papà, mamme, nonni e zii al solito tran-tran, la vita riprende il suo ritmo normale.
E rientrando dalla spesa, nella tarda mattinata, che incontro per le scale le signore del piano di sotto. Sono madre e figlia, non più giovani, la madre è vedova da tanti anni, la figlia non si è mai sposata e vivono sole. Al mio sorridente "Buongiorno!" risponde la figlia con un secco:
"Baldoria ieri in casa sua!"
Vengo presa alla sprovvista, proprio non me laspettavo.
"Ma, sì un po .era il giorno della Befana e ci siamo riuniti, siamo in diciotto quando ci
troviamo tutti, un po di chiasso è inevitabile, poi abbiamo quattro bimbi, dagli otto anni ai cinque
mesi .."
Non faccio in tempo a chiedere se abbiamo disturbato, anche perché onestamente non lo penso (non erano certo ore notturne), che mi sento dire:
"Un po maleducati quei bambini! Abbiamo sentito gridare, urlare, correre, ma che scarpe avevano,
scarponi chiodati?"
Lironia vuole che appena arrivati, avessimo tolto loro le scarpe, infangate, per lasciarli soltanto con dei grossi calzettoni, ma è inutile spiegare queste cose a chi non sopporta i bambini, così mi limito a dire:
"Mi spiace e mi scuso, ma non posso garantire che non si ripeterà, a noi, stare insieme, piace
molto."
Rientro in casa, perplessa e amareggiata, è così bello il rumore dei bimbi, come può non piacere!?
E non parlo soltanto di quello dei propri, per i quali è in gioco lamore particolare dei famigliari, ma di tutti i bambini. A me piace moltissimo, destate, quando le finestre sono aperte e i bambini giocano allaperto, ascoltare il loro chiasso festoso. Si rincorrono, gridano, bisticciano anche, ma poi ridono, cantano, si chiamano e intanto la loro voce, sottofondo sonoro ai miei lavori e ai miei pensieri, mi impedisce di essere sola. Sono lallegria del mondo i bambini, pensate che terribile silenzioso vuoto in un mondo senza bimbi.
Mi hanno sempre raccontato che, al tempo delle famiglie patriarcali, un mio bisnonno, quando lultimo nato di casa cominciava a mettere insieme un po di anni, usasse dire:
"Spose, in questa casa è ora che arrivi il sorriso di un neonato, chi provvede?"
Quel bisnonno aveva capito una grandissima verità: un bimbo che nasce porta con se, sempre e comunque, un dono di serenità; il suo sorriso è contagioso, il suo sguardo innocente e curioso diffonde una dolcezza infinita, più tardi i suoi maldestri tentativi di camminare e parlare strappano il riso anche a chi non ne avrebbe voglia finendo per scaldare qualche cuore un po freddo.
Come si fa a resistere a un piccolino che si accascia sul divano dicendo:
"Sono morto stanco, perché ho fatto una combattenza faticossisima, ho fatto una fatica bestiame!"
Oppure: "Ho bisogno di essermi lasciare stato in pace."
Devi ridere per forza, anche se i problemi ti opprimono e il riso, si sa, fa buon sangue e le tensioni si scaricano.
Quanto prima si invecchia senza laiuto di quellelisir di giovinezza che è la compagnia dei bambini!
Lo riscontro quotidianamente nella mia mamma, ottantasettenne, che non ha tempo per soffermarsi a pensare agli anni che passano, perché ha sempre intorno qualche nipote o pronipote (è bisnonna quattro volte) che glielo impedisce ed il confronto con quei suoi coetanei che vivono nella calma silenziosa di una casa totalmente priva di un po di sana baraonda giovanile, è sempre a suo netto favore.
Auguro anche alle mie severe coinquilline di poter sperimentare la gioiosa compagnia di qualche nipotino, ne riceveranno certamente una visione della vita più rosea e conciliante e una serenità interiore che oggi non possono nemmeno immaginare.