Il
Magistero di Benedetto XVI
IL
COMPENDIO DEL CATECHISMO
A
cura di Maria Carla Papi
Parte
prima II Sez.:
«
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra »?
Continuiamo
lanalisi del Credo, con laiuto della riflessione
offertaci da Benedetto XVI
«La
seconda parte del Credo si conclude con la prospettiva del Giudizio
finale e la terza con quella della risurrezione dei morti.
Giudizio non è che con ciò ci viene inculcata nuovamente
la paura? Ma, non desideriamo forse tutti che un giorno sia fatta
giustizia per tutti i condannati ingiustamente, per quanti hanno
sofferto lungo la vita e poi da una vita piena di dolore sono
stati inghiottiti nella morte? Non vogliamo forse che
leccesso di ingiustizia e di sofferenza, che vediamo nella
storia, alla fine si dissolva; che tutti in definitiva possano
diventare lieti, che tutto ottenga un senso? Questa affermazione
del diritto, questo congiungimento di tanti frammenti di storia
che sembrano privi di senso, così da integrarli in un tutto in
cui dominino la verità e lamore: è questo che
sintende col concetto di Giudizio del mondo. La fede non
vuol farci paura; vuole piuttosto e questo sicuramente
chiamarci alla responsabilità. Non dobbiamo sprecare la
nostra vita, né abusare di essa; neppure dobbiamo tenerla per
noi stessi; di fronte allingiustizia non dobbiamo restare
indifferenti, diventandone conniventi o addirittura complici.
Dobbiamo percepire la nostra missione nella storia e cercare di
corrispondervi. Non paura ma responsabilità responsabilità
e preoccupazione per la nostra salvezza, e per la salvezza di
tutto il mondo sono necessarie. Quando, però, responsabilità e
preoccupazione tendono a diventare paura, allora ricordiamoci
della parola di san Giovanni: Figlioli miei, vi scrivo
queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato,
abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto (1
Gv 2,1). Qualunque cosa il nostro cuore ci rimproveri
Dio è più grande del nostro cuore ed Egli conosce ogni
cosa (1 Gv 3,20).»
Il Papa poi,
ricorda Maria . avendo fatto questa catechesi nel giorno in cui
si celebrava il Nome di Maria, nome che egli rammenta
con affetto, perché portato dalla sua mamma e da sua sorella.
Poiché il Nuovo
Anno nasce sempre nel nome di Maria, sono quanto mai opportune
anche queste parole del Papa:
«.. Maria,
a§b
50. Che cosa
significa che Dio è onnipotente? 268-278
Dio si è
rivelato come «il Forte, il Potente» (Sal 24,8-10),
colui al quale «nulla è impossibile» (Lc 1,37). La sua
onnipotenza è universale, misteriosa, e si manifesta nel creare
il mondo dal nulla e l'uomo per amore, ma soprattutto nell'Incarnazione
e nella Risurrezione del Suo Figlio, nel dono dell'adozione
filiale e nel perdono dei peccati. Per questo
51. Perché è
importante affermare: «In principio Dio creò il cielo e la
terra» (Gn 1,1)
Perché la
creazione è il fondamento di tutti i divini progetti di salvezza;
manifesta l'amore onnipotente e sapiente di Dio; è il primo
passo verso l'Alleanza dell'unico Dio con il suo popolo; è l'inizio
della storia della salvezza culminante in Cristo; è una prima
risposta agli interrogativi fondamentali dell'uomo circa la
propria origine e il proprio fine.
52. Chi ha
creato il mondo? 290-292; 316
Il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo sono il principio unico e indivisibile
del mondo, anche se l'opera della creazione del mondo è
particolarmente attribuita a Dio Padre.
53. Perché è
stato creato il mondo? 293-294; 319
Il mondo è stato
creato per la gloria di Dio, che ha voluto manifestare e
comunicare la sua bontà, verità e bellezza. Il fine ultimo
della creazione è che Dio, in Cristo, possa essere «tutto in
tutti» (1 Cor 15,28), per la sua gloria e per la
nostra felicità.
«La
gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione
di Dio» (sant'Ireneo)
54. Come Dio ha
creato l'universo? 295-301; 317-320
Dio ha creato l'universo
liberamente con sapienza e amore- II mondo non è il prodotto di
una necessità, di un destino cieco o del caso. Dio ha creato
«dal nulla» (ex nihilo) (2 Mac 7,28) un
mondo ordinato e buono, che egli trascende in modo infinito. Dio
conserva nell'essere la sua creazione e la sorregge, dandole la
capacità di agire e conducendo la al suo compimento, per mezzo
del suo Figlio e dello Spirito Santo.
Essa consiste
nelle disposizioni, con cui Dio conduce le sue creature verso la
perfezione ultima, alla quale Egli le ha chiamate. Dio è l'autore
sovrano del suo disegno. Ma per la sua realizzazione si serve
anche della cooperazione delle sue creature. Allo stesso tempo,
dona alle creature la dignità di agire esse stesse, di essere
causa le une delle altre.
56. Come l'uomo
collabora con
All'uomo Dio dona
e chiede, rispettando la sua libertà, di collaborare con le sue
azioni, le sue preghiere, ma anche con le sue sofferenze,
suscitando in lui «il volere e l'operare secondo i suoi benevoli
disegni» (Fil 2,13).
57. Se Dio è
onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male? 309-310;
324,400
A questo interrogativo,
tanto doloroso quanto misterioso, può dare risposta soltanto l'insieme
della fede cristiana. Dio non è in alcun modo, né
direttamente né indirettamente, la causa del male. Egli illumina
il mistero del male nel suo Figlio, Gesù Cristo, che è morto e
risorto per vincere quel grande male morale, che è il peccato
degli uomini e che è la radice degli altri mali.
58. Perché Dio
permette il male? 311-314; 324
La fede ci dà la
certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male
non traesse il bene. Dio questo l'ha già mirabilmente realizzato
in occasione della morte e risurrezione di Cristo: infatti dal
più grande male morale, l'uccisione del suo Figlio, egli ha
tratto i più grandi beni, la glorificazione di Cristo e la
nostra redenzione.
Chi
fosse interessato a mantenersi aggiornati sul Magistero del Papa,
può andare sul sito del Vaticano, oppure su www.ratzinger.it:
il sito si chiama Gli amici di Ratzinger