VIVIAMO
IL CONGRESSO
EUCARISTICO
DIOCESANO
A cura di Massimo Craboledda
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PROCLAMAZIONE DEL VANGELO
Già da alcune
domeniche, in Parrocchia, durante
La voce di
Gesù che sentiamo in quella proclamazione è una voce che non
solo parla a tutti i presenti, ma la cui forza divina si
trasmette anche ai più lontani, comunicandosi tuttavia in modo
particolare a ognuno dei membri dellassemblea e risuonando
nel cuore di ognuno con accenti esclusivi e personali (dal
Quaderno n°3 del Congresso Eucaristico Diocesano, ed. Dehoniane).
Secondo unantica tradizione lingresso dellEvangeliario
rappresenta lingresso del Figlio di Dio nel tempio santo.
La proclamazione
del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della Parola.
Essa è ben distinta da quella delle altre letture. Anzitutto è
affidata esclusivamente a un diacono o, in sua assenza, al
sacerdote, per sottolineare la sacralità del testo che viene
annunciato. Il diacono si prepara chiedendo e ricevendo la
benedizione, il sacerdote con una preghiera personale.
Il canto dellAlleluja
(parola ebraica che significa lodate Dio) che precede
e, spesso, segue la lettura, vuole sottolineare il carattere
pasquale dellannuncio evangelico e richiamare
lesultanza e la gioia con cui devessere accolto. Il
versetto nel cuore dellalleluia anticipa il messaggio che
la lettura darà.
Il Vangelo viene
ascoltato in piedi, atteggiamento che indica la vigilanza e
lattenzione dovute allascolto ed è il simbolo della
condizione dei risorti con Cristo. Le acclamazioni dei fedeli
allinizio e alla fine della lettura sottolineano la fede
nella presenza del Cristo che parla.
Allannuncio
del Vangelo i presenti tracciano tre segni di croce, sulla fronte,
sulle labbra e sul petto. Questi gesti significano che il
messaggio sacro deve imprimersi nella mente ed esservi accolto
con fede affinché ogni pensiero sia ispirato e permeato dalla
Parola di Cristo; deve essere impresso sulle labbra perché la
parola sia sempre pronta a trasmetterlo; deve essere impresso sul
cuore, accolto e custodito come il tesoro che orienta ogni atto e
dà sostanza alla vita, a somiglianza di Maria che serbava
tutte queste cose meditandole nel suo cuore (Lc 2,19).
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