LE MADRI DELLIRAQ
di Francesca Citossi
Diceva il compagno Don Camillo, nellomonimo film, a Peppone, sotto una finestra in una sovietica stradina buia dove si sentiva piangere un neonato "Senti? Piangono come i nostri". Un attimo, e si sentiva una ninna-nanna "Senti? Li cullano come i nostri. Le madri sono uguali, dappertutto". Un famoso scultore iracheno, Mohamed Ghani, che ha il suo studio vicino allospedale Al Mansour di Baghdad, le raffigura così, le madri dellIraq: curve, velate, coi loro figli in braccio, che caparbiamente ogni mattina vanno in fila allospedale sperando in qualche aspirina che le sanzioni economiche fanno filtrare per curare le meningiti, le leucemie, i linfomi e gli altri tumori generati dai frammenti dei proiettili alluranio impoverito sparati nella prima Guerra del Golfo dagli Alleati. Non hanno speranza, e come milioni di altre madri prima di loro guarderanno i loro figli morire perché il Comitato per le Sanzioni per lIraq delle Nazioni Unite a New York, stanza 154, filtra tutto. Queste morti le chiamano "danni collaterali". LUNICEF ammette che le sanzioni e la guerra sono la causa di questa tragedia umanitaria. Un bambino iracheno su cinquanta muore di dissenteria perché il cloro, unico disinfettante, è bloccato: può essere usato come arma chimica.
Il programma "Petrolio in cambio di cibo" (Oil for food) permette di spendere un dollaro pro-capite al giorno, tutto compreso, dal 1996 (fino al 17 marzo 2003, data di sospensione).
Le madri dellIraq in fuga verso i campi profughi si sono trovate un paio di marines, quei ragazzoni enormi usciti dai fumetti e cresciuti a bisteccone e coca-cola, spersi nel mezzo del deserto, tagliati fuori dalle retrovie e affamati. Li hanno sfamati perché non erano Occidentali - quelli stessi che da 12 anni non fanno passare morfina, incubatrici, analgesici, macchine per i raggi X e vaccini (tutta roba utilissima per costruire armi chimiche) -, non erano Americani, non erano soldati, non erano nemici: erano ragazzoni come i loro, con lo stomaco vuoto, magari un po meno vuoto di quello dei loro figli. I sette giornalisti italiani clandestini erano, a tutti gli effetti, senza visto- pizzicati dalle guardie del partito Baath sono stati trattati-parole testuali- con molta cortesia: sicuramente più cortesia di quella che in Occidente si riserva ai clandestini schedati, angariati e rispediti indietro anche dopo aver fatto richiesta dasilo politico (contravvenendo alla Costituzione, a trattati e convenzioni internazionali in vigore da decenni) e che vanno incontro a torture e pena di morte nel paese dorigine. Ogni volta che si parla con qualche collega delle esperienze di cooperazione allestero laggettivo che ricorre sulla popolazione è il medesimo: gli Afghani? Cortesi. Gli Iracheni? Cortesi. I Sudafricani? Cortesi. A Bologna si è svolto il Festival dei Diritti Umani (25-31 marzo) e di Iraq se nè visto tanto. In 12 anni di sanzioni economiche le condizioni sanitarie e sociali della popolazione civile sono precipitate: bambini, donne, anziani e i poveri sempre più poveri sono stati le vittime principali, come durante la guerra. Se sei ricco ti curi e te la cavi, come sul Titanic, insomma. Il filtro delle importazioni (denunciato anche da Kofi Annan) è, ovviamente, lélite politico-militare: quelli che stavano bene prima hanno continuato così. Chi stava male prima, ora sta peggio. Non sono quelli che stanno nei palazzi del governo ad essere infastiditi dalle sanzioni, a loro non cambia niente. Più di un dirigente delle Nazioni Unite che operava in Iraq (Dennis Halliday, Hans von Sponek, Jutta Burghardt) si è dimesso, indignato per lopera devastante portata avanti per 12 anni, definita alle volte genocidio nei confronti del popolo iracheno. Ma già, nel 1979 il cattivo era layatollah Khomehini: le spore di antrace e i microrganismi del botulismo importati avevano negli indirizzi delle fatture Italia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna
Qualsiasi bandiera abbiamo appesa alla finestra, o anche se non ne abbiamo nessuna, dedichiamo un pensiero alle madri dellIraq, che sono come le madri di tutto il mondo, e le madri di tutto il mondo sono le madri dellIraq. Ora che avete finito di leggere questo articolo sono morti allincirca 200 bambini iracheni davanti agli occhi delle loro madri. E non solo perché Saddam è cattivo.
Il 6 agosto 1990 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvò la risoluzione n. 661 che stabiliva lembargo economico internazionale per impedire a Saddam Hussein di attaccare altri paesi. www.childrenofiraq.org/