Il
saluto di una sentinella del mattino
SHALOM
di
Francesca Citossi
Ciao, Papa venuto da un paese lontano,
sbranato, invaso, occupato e torturato per secoli da guerre tutte
diverse e sempre uguali. Tu che hai visto le due peggiori
aberrazioni umane del secolo scorso, sai cosa vuol dire quando
gli uomini di qualsiasi orientamento politico perdono la ragione,
quelli che comandano e quelli che obbediscono. Tu che sai cosa
vuol dire essere poveri, lavorare in fabbrica, avere freddo. Tu
che sei tornato nella tua Polonia quando cera la legge
marziale. Tu che hai cercato e perdonato chi ti voleva uccidere.
Tu che hai voluto incontrare Mikhail Gorbacev quando tutti lo
chiamavano leader dellimpero del male. Tu che
hai preso per mano Fidel Castro quando da decenni il mondo lo
condannava. Tu che ti sei fatto accompagnare da Yasser Arafat
quando tutti lo dicevano terrorista. Tu che hai chiesto scusa al
mondo per gli errori della Chiesa hai abbracciato Ebrei,
Musulmani, Buddisti, Induisti e li hai portati con te in treno ad
Assisi. Tu che quando tutti urlavano guerra hai
ammonito pace, pace, pace. Hai viaggiato dove
nessuno è mai andato, hai cercato chi è dimenticato, carcerato,
malato. Hai pregato e predicato su questioni fastidiose che a
nessuno piaceva affrontare. Hai indossato casule indiane,
cappelli da cow-boy, copricapo andini e africani. Ma soprattutto,
fino alla fine, hai pensato a noi. Hai cercato i nostri colori, i
nostri jeans e scarpe da ginnastica, le nostre canzoni e hai
ascoltato con noi Bob Dylan e gli U2.
Ci hai detto subito non
abbiate paura e non ci hai mai abbandonato, ci hai dato
sempre appuntamento e non sei mancato mai ai concerti, ai raduni,
con i balli, le musiche, i vestiti di tutto il mondo che ti sono
sempre piaciuti, non ci hai mai giudicato, ma amato e compreso.
Ci hai insegnato pace, pace, pace sempre, comunque, in qualsiasi
caso. E ci hai fatto un grande regalo: non ti sei limitato a
dirci come fare, come tanti, tutti fanno, ma lhai fatto tu.
Possa la tua anima, libera dalle miserie dellumana
condizione impostaci dal Peccato Originale, sorriderci serena e
accompagnarci con lo sguardo mentre, a tentoni, proviamo a
proseguire quel che hai fatto tu in questi anni con i fratelli di
tutte le età, religioni, condizioni sociali e nazionalità. Ora
che abbiamo la tua eredità dobbiamo essere coraggiosi. Rispetto,
rispetto, rispetto per arrivare alla pace, pace, pace. Non ti sei
mai sbagliato, e non ti abbiamo mai dovuto correggere, perché tu
sai il linguaggio del cuore che va oltre qualsiasi barriera e
sconfigge qualsiasi resistenza. Ciao Papa, ora puoi tornare
libero a cantare e a tenere il ritmo con noi, ora che sei libero
dalla gabbia delle umane miserie e dalla misera condizione di
corruttibilità umana. Adesso abbiamo davanti una grande
responsabilità, ma tu ci hai detto di non avere paura, quindi
avanti con rispetto per tutti e pace come ci hai insegnato: sei
sempre stato tra i giovani, sei rimasto giovane e con noi
rimani. Ciao Papa, Grande Anima, sarai con noi al prossimo raduno,
come piaceva a te. Senza paura! Limmagine che ho di te è di
quando davanti ai clown non riuscivi a smettere di ridere