CONVEGNO MINISTRANTI

 

Avvenire intervista un “nostro chierichetto! “

 A cura di Maria Carla Papi

Chierichetto è un termine che si usa per i bambini più piccoli che servono all’altare. Di fatto sono tutti ministranti. Mi perdonerà, quindi, Gabriele, se nel titolo l’ho chiamato chierichetto, ma per chi come me, lo ha visto crescere con la tunichetta nera svolazzante è difficile non avere ancora sotto gli occhi il visetto sorridente e la vocetta acuta con la quale si fiondava al microfono, a fine messa, per improvvisarsi lettore. Insomma, lo spirito di servizio era già in lui …

Poi, solo più tardi e … più alto, ecco finalmente l’alba, Ora, divenuto un ragazzo grande,  sempre egualmente sorridente e gentile, è di fatto un ministrante. Come tale, ha partecipato al convegno dei ministranti e, intervistato da Avvenire, ha rilasciato una testimonianza che se intenerisce il cuore di chi è genitore, come me, credo che sarebbe bene fosse letta – o fatta leggere – anche ai più giovani. Ce ne vogliono tanti tanti di questi … Gabrieli!!

 

Da Bologna Sette di Domenica 11 Settembre.

 

Essere ministrante, una grazia e un onore

 

«Un onore, una fortuna, una grazia.» Sono i termini che usa Gabriele Craboledda, 16 anni, ministrante della parrocchia di S. Gioacchino, quando gli chiediamo di raccontare la sua ormai lunga esperienza di servizio all’altare. Sì perché sono ormai 8 anni che Gabriele fa parte del gruppo dei «chierichetti», una ventina dagli 8 ai 16 anni, che una volta al mese si incontrano per fare formazione sulla Messa e tutte le domeniche prestano la loro opera nella celebrazione eucaristica. Anche loro hanno partecipato, giovedì scorso, al Convegno diocesano dei ministranti che si è svolto in Seminario. «Tutto è iniziato - racconta - quando il parroco mi domandò di fare servizio, invitandomi con molta insistenza. Io però non volevo fare il ministrante. Ero timido, temevo di non saper fare, e soprattutto non avevo una coscienza abbastanza formata per comprendere la portata di quel servizio. Ci volle del bello e del buono per convincermi. Poi cedetti, e da allora non ho più smesso». Con gli anni e la formazione è arrivata la passione. «Oggi sono pieno di gratitudine per quella insistenza. Con l’aiuto della famiglia, del parroco e gli insegnamenti dei nostri Vescovi ho potuto comprendere cosa sia l’Eucaristia e il significato dei gesti che si compiono durante la Messa. Questo mi ha permesso di gustare cento volte di più la bellezza dell’incontro settimanale con Cristo».                                                                                                          (Michela Conficconi)